Is Arenas, Cellino gioca a fare il duro: “Uscirò solo da uomo libero”. Ma per legge non può rifiutare i domiciliari

Il sindaco e l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Quartu, Mauro Contini e Stefano Lilliu, sono usciti dal carcere di Buoncammino 15 minuti dopo mezzogiorno. Ad attenderli c’erano i familiari. Ci sono stati alcuni momenti di tensione mentre venivano accompagnati sulle auto per tornare a casa agli arresti domiciliari. Volti provati e, nel caso del primo cittadino, anche nervosismo. “Era quello che volevate, era quello che volevate”, ha urlato Contini mentre saliva in auto. In silenzio invece l’assessore Lilliu: “Abbiate rispetto”, commentavano i familiari.

Ancora in carcere invece Massimo Cellino il cui legale Benedetto Balleri ha fatto sapere:  “Il presidente Cellino ha ritenuto di dover uscire solo quando verrà riconosciuta la sua estraneità alla vicenda, perché lui non ha fatto nessuna irregolarità. Diciamo che poteva rifiutare i domiciliari. Ha detto che vuole che la squadra vinca la partita con il Bologna, vuole mangiare tortellini alla bolognese”.

Già il primo giorno dell’arresto aveva fatto sapere tramite i legali di rifiutare i domiciliari: “Voglio uscire da uomo libero”, aveva detto. Una decisione che avrebbe espresso anche questa mattina. Il responsabile comunicazione del Cagliari calcio Ivan Paone lo ha confermato anche nel suo profilo su Facebook. Peccato che il presidente del Cagliari Calcio non possa decidere, in autonomia, di rimanere a Buoncammino. E’ quindi molto probabile che tornerà a casa nelle prossime ore.

Le esigenze che avevano determinato gli arresti non sono del tutto venute meno, ma si son attenuate. Quindi il tribunale del riesame ha deciso di concedere a Massimo Cellino, Mauro Contini e a Stefano Lilliu, arrestati lo scorso 14 febbraio per lo scandalo di Is Arenas, gli arresti domiciliari.

Ieri intanto si è appreso che un nuovo nome si è aggiunto alla lista degli indagati per la vicenda dello stadio di Quartu. Si tratta di quello del vicepresidente el Cagliari Marcello Vasapollo.

La decisione dei giudici del Tribunale del Riesame arriva dopo il colpo di scena di ieri quando l’accusa a carico dei tre si è trasformata da tentato a peculato consumato. La Procura ha depositato alcuni documenti che proverebbero un passaggio di denaro dalle casse comunali a quelle dell’azienda, di Antonio Grussu (attualmente ai domiciliari assieme ai funzionari del Comune di Quartu Pierpaolo Gessa e Andrea Masala nell’ambito della stessa inchiesta) che ha eseguito alcuni lavori per l’impianto sportivo. Si tratta di oltre 360 mila euro pubblici destinati al Piano integrato d’area (Pia) Serpeddì-Is Arenas che, invece, sarebbero stati utilizzati per costruire alcune strutture dello stadio.

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