Solo un patto di pace tra due comunità lontane ma simili. Tutto questo a base di canti, balli e culurgiones. L’accordo tra Lanusei e Tskihvali, principale città dell’Ossezia del sud – regione separatista della Georgia- non era una alleanza strategico-politica, ma solo un semplice accordo di amicizia. Eppure era diventato quasi un caso internazionale che aveva mandato su tutte le furie Tblisi (leggi l’articolo).
Rispondono così l’associazione Amici dell’Ossezia e il rappresentante diplomatico di quella popolazione, Mauro Murgia, alle reazioni – lamentele e invito a Roma a prendere adeguati provvedimenti – arrivate dalla Georgia dopo la firma dell’intesa. Insomma, un vero e proprio incidente diplomatico.
A dare manforte alle comunità ogliastrine era presente questa mattina Giulietto Chiesa, giornalista (anche per motivi di lavoro ha conosciuto da vicino quelle aree) e presidente del movimento Alternativa. “Questa è stata un’iniziativa di pace – ha detto Chiesa – e le reazioni sono inammissibili. Avevo sentito io, dalle parole dell’allora presidente della Georgia, quali erano gli obiettivi: conquistare l’Ossezia del sud. Molto chiaro. Ma stiamo parlando di una popolazione che ha una lingua e una cultura propria. La Georgia reclama quei territori perché giuridicamente li ritiene suoi, ma bisogna anche rispettare internazionalmente l’esigenza di autodeterminazione dei popoli. Perché le guerre in Ossezia sono state raccontate in modo così distorto? Perché non si manda una delegazione a chiedere che cosa vogliono gli osseti?”.
È stato ricordato anche il precedente di Sarroch: “In quel caso – ha ricordato Murgia – le reazioni della Georgia furono provocate da una mostra fotografica sulla natura e il paesaggio della Abkhazia. Spero che i sardi possano schierarsi dalla parte di queste popolazioni. Abbiamo già inoltrato richiesta di riconoscimento internazionale da parte di Italia, Vaticano e San Marino”.