Centoundici persone rinviate a giudizio dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Sassari, Antonello Spanu, nell’ambito dell’inchiesta sulle cosiddette “patenti facili”. Secondo le indagini della Questura, che ha riguardato alcune scuole guida della città, a Sassari era stato organizzato un vero e proprio traffico di licenze, con tanto di presunta corruzione di funzionari della Motorizzazione civile, che avrebbero fornito aiuti preziosi, come le ‘dritte’ sui test.
Le indagini della Procura avevano delineato un presunto commercio di patenti, obiettivo di un ipotetico scambio di soldi tra candidati insicuri di passare l’esame e impiegati della Motorizzazione, attraverso – è la ricostruzione del pm Michele Incani – titolari d’autoscuola. Nel 2008 licenze di guida A e B sarebbero state elargite con troppa generosità. Al termine dell’inchiesta, all’inizio del 2010, sei tra funzionari della Motorizzazione e titolari di autoscuole, erano finiti in manette: tre in carcere, gli altri ai domiciliari (tutti liberati dopo poco). Poi era scattata la caccia alla patente taroccata, e le posizioni si erano moltiplicate fino a contare ben 111 indagati. Ad alcuni impiegati della Motorizzazione e titolari di autoscuola viene contestata l’ipotesi di reato di associazione a delinquere, mentre la gran parte dei candidati devono rispondere di corruzione.
In particolare, secondo le indagini della Polizia, a chi era in difficoltà veniva messo a disposizione una fotocopia del kit con le domande d’esame, con tanto di risposte. In altri casi le soluzioni arrivavano su foglietti arrotolati nelle penne. L’accusa per alcuni è di aver sottratto quei documenti riservati per consegnarli ai titolari delle autoscuole. Il maxi processo davanti al collegio del tribunale di Sassari, per i 111 imputati comincerà il 23 ottobre.