Inchiesta Igea, accolte richieste del Pm: Gup decide processo, oltre 60 imputati

Una pioggia di rinvii a giudizio è stata disposta oggi dal Gup del tribunale di Cagliari, Nicola Clivio, sullo scandalo Igea che nel dicembre del 2014 aveva fatto finire agli arresti l’ex presidente Giovanni Battista Zurru e il sindacalista Uil Marco Tuveri (nella foto), mentre per la segretaria Daniela Tidu era scattato l’obbligo di dimora. A distanza di cinque anni per oltre sessanta persone indagate è arrivata la certezza del processo. Il giudice per l’udienza preliminare ha infatti accolto tutte le richieste del pm Marco Cocco.

Igea è la società in house della Regione che si occupa delle bonifiche e della messa in sicurezza dei siti minerari dismessi. Cinque le accuse contestate ai vari titoli agli imputati: peculato, turbativa degli incanti, truffa aggravata, voto di scambio e violazione delle norme sugli appalti. Chiuse le indagini, davanti al giudice erano finiti in 71. Un gruppetto ha chiesto l’abbreviato che verrà discusso il 24 settembre, per gli altri il processo comincerà il 22 novembre prossimo davanti alla Seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari.

I nomi eccellenti finiti nell’inchiesta sono noti, a cominciare da Giorgio Oppi, difeso dall’avvocato Gianluca Aste: per il leader dell’Udc resta l’accusa di peculato, mentre è caduta quella di voto di scambio che era a vetrinetta finita in mano a un gruppo di residenti nella frazione di San Benedetto. Il pm ha accertato che Oppi non c’entra nulla con la cessione di quel bene del patrimonio Igea. Oltre Zurru, Tuveri e la Tidu andrà a processo anche Enrico Oppi, nipote del gran capo dello scudo crociato. Definitivamente prosciolto invece un secondo sindacalista, Mario Cro (difeso da Riccardo Schirò), per il quale il pm Cocco aveva chiesto il non doversi procedere dopo una memoria difensiva e ulteriori accertamenti compiuti dalla Procura. Hanno invece già patteggiato un anno e due mesi Fulvio Farci (difeso da Herika Dessì) e un anno e quattro mesi Francesco Pissard (assistito da Francesco Secci).

Il fascicolo sull’Igea era stato aperto nel 2012; nel 2014 i domiciliari per Zurru, e il carcere per l’ex sindacalista Tuveri. Inizialmente erano state iscritte nel registro degli indagati 63 persone. Poi, però, nel gennaio 2016 il pm aveva notificato 95 avvisi di conclusione delle indagini. Stando alle accuse, dall’azienda sparivano carburante, attrezzature e materiali. Ma il sistema era più ampio e gli inquirenti hanno ritenuto che venissero truccati gli appalti e si dessero contratti a termine o lavori urgenti in cambio di voti.

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