Venti milioni di euro per ripristinare i terreni allo stato in cui si trovavano prima che venissero inquinati ed evitare che possa ripetersi una situazione simile. È la cifra che ha deciso di accollarsi la Fluorsid, la società del presidente del Cagliari Tommaso Giulini accusata di aver inquinato i terreni nella zona industriale di Macchiareddu.
Su questo presupposto, secondo quanto riporta L’Unione Sarda, dieci persone indagate avrebbero raggiunto un accordo con il pm Marco Cocco per chiudere la vicenda con un patteggiamento a 23 mesi e settemila euro di multa. Si tratta di Pasquale Lavanga, ex presidente Cda della Fluorsid, e del figlio Michele Lavanga ex direttore dello stabilimento. Assieme a loro il responsabile commerciale dei sottoprodotti aziendali , Loukas Plakopitis, Giuseppe Steriti (funzionario), Mario Deiana (responsabile logistica), Armando Bollani (proprietario della società Ineco), Sandro Cossu (responsabile sicurezza e ambiente), Alessio Farci (responsabile del cantiere a Terrasili), Marcello Pitzalis (operaio della Ineco), Giancarlo Lecis funzionario Fluorsid. L’intesa raggiunta sarà sottoposta all’attenzione del Gup Gianpaolo Casula nell’udienza fissata per il 25 luglio. La posizione di altre cinque persone indagate, invece, è stata stralciata per essere destinata presumibilmente all’archiviazione.
LEGGI ANCHE: Il Gip: “La Fluorsid inquinava per risparmiare”