Chiara Vigo pronta ad andare via: “Porterò all’estero l’arte del bisso”

“Buongiorno, posso sapere se è aperto il museo del bisso di Chiara Vigo?” Dall’altra parte della cornetta un dipendente comunale dell’ufficio Arte e Cultura: “Al momento è chiuso, stiamo facendo lavori di manutenzione”.

In realtà il famoso museo del bisso di Chiara Vigo di Sant’Antioco è aperto tutti i giorni, 365 giorni all’anno, e l’ingresso è sempre gratuito. Il Maestro del bisso di Sant’Antioco è però pronta a lasciare l’Isola: “O qua o io vado per la mia strada. Porterò il mio patrimonio all’estero, presentandomi come Chiara Vigo, non come Chiara Vigo di Sant’Antioco, mi sono sentita tradita, ora deciderà il Tar”.

La vicenda. Era il 23 dicembre 2015 quando, dopo una concessione da parte dell’amministrazione in comodato d’uso gratuito dell’immobile di Montegranatico che risale al 2005, i rapporti tra Chiara Vigo e il Comune hanno iniziato a incrinarsi. Infatti proprio il giorno prima della vigilia di Natale, il Comune ha emesso un’ordinanza di sfratto esecutivo e immediato dello stabile di via Regina Margherita 111 a causa di problemi di “inadeguatezza dell’impianto elettrico dei locali e la relativa necessità di porre in essere interventi tesi a raggiungere livelli minimi di sicurezza”.

“Mi hanno rovinato il Natale”- ha commentato lei- “mi sento tradita, il museo da qua non si può spostare, se mi mandano via andrò all’estero dove le mie opere sono già apprezzate”.

L’arte della “seta del mare”. E in effetti il lavoro di Chiara da anni fa girare il nome di Sant’Antioco nel mondo, la sua arte millenaria, tramandata di generazione in generazione, tra segreti di famiglia e preghiere, è menzionata in tesi di laurea, articoli, documentari e interviste. E’ è la sola persona al mondo che lavora la cosiddetta “seta del mare” in modo rituale, cresciuta in mezzo ai telai, tra i fili, e per questo dono non finisce mai di ringraziare sua nonna, quella che definisce “la mia anima”, ogni giorno, attraverso una preghiera ‘unica’, la preghiera dell’acqua. E tante sono state le dimostrazioni d’affetto e di vicinanza di fronte a questa spiacevole vicenda, da subito il paese si è mobilitato per lei con un flash-mob organizzato nella piazzetta davanti al museo del Maestro per dire “no” alla chiusura di quel luogo ‘magico’ che raccoglie i tesori di una tradizione familiare millenaria.

Si è espressa anche la Regione Sardegna con diversi comunicati stampa a seguito anche di un incontro con il sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu: “Pronti per trovare possibili soluzioni e azioni, da portare avanti in tempi brevi, per tutelare un patrimonio di così grande rilevanza per la nostra isola”. E la stessa Claudia Firino, assessore regionale alla Cultura, ha detto: “Stiamo lavorando su una soluzione provvisoria con l’apertura del museo per revocare lo sfratto, sappiamo che ci sono disponibilità per eseguire l’intervento, capisco che il comune abbia delle difficoltà, ma auspico che ci sia una considerazione dell’importanza di Chiara e della lavorazione del bisso”.

Ma non solo, gli obiettivi da parte della Regione sono anche a lungo termine: “Vogliamo recuperare dei progetti che erano stati messi in campo da parte della conservatoria delle coste per riedificare tutto l’edificio”.

La solidarietà. Le dimostrazioni d’affetto e la mobilitazione per il ‘Maestro’ del bisso sono arrivate anche da parte di chi non vive nella nostra Isola. Maria Grazia Cuccinotta ha lanciato una petizione su Change.org per chiedere di salvare l’arte e le opere raccogliendo fino a quasi 20 mila firme ad oggi, e rivolgendosi anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per non far chiudere il museo. Manuela Serra, senatrice sarda del Movimento 5 Stelle, ha depositato un’interrogazione a risposta orale, con carattere d’urgenza, per chiedere un intervento al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.

Il personaggio e i riconoscimenti. Commendatore della Repubblica, candidata all’Unesco per diventare Patrimonio Immateriale dell’Umanità in quanto erede di questa conoscenza, Chiara Vigo inizia a filare a circa 5 anni, e a tessere a 12. Una vita trascorsa con sua nonna, che ha insegnato tessitura per 60 anni a Sant’Antioco: le è piaciuto talmente tanto quello che per lei da bambina era un giocattolo che nel 1980 ha iniziato anche lei a insegnare tessitura in Italia e all’estero. Ha maturato così 61 anni con 45 anni di carriera alle spalle. La sua vita è trascorsa calcando le orme della nonna e utilizzando gli antichi attrezzi. I suoi strumenti di lavoro sono semplicemente il fuso, le sue mani, il bisso e la sua anima.

Difficile anche per lei ricordare tutti i riconoscimenti ricevuti nel corso degli anni: medaglia d’oro Fidapa, gioiello d’oro della città di Oliena e membro dell’Accademia Kronos, giusto per citarne qualcuno. Collabora con Università e gli inviti arrivano da tutte le parti del mondo, come c’è chi arriva a Sant’Antioco per conoscerla. Gruppi di scolaresche, turisti, la sua agenda per il mese di marzo è già piena, a volte si contano anche 150 visite al giorno.

E addirittura c’è chi è arrivato dall’Australia, da Sidney, e si è trasferito momentaneamente nell’Isola per frequentare la sua scuola pomeridiana dove in tutto studiano dodici allievi e imparano dal ‘Maestro’ colore, tessitura, tintura e filatura.

Gesti, parole e sacralità: arrotola il filo di bisso intorno alla vera, lo ritorce più volte, un canto sacrale, e lo trasforma in un colore che alla luce sembra oro, poi lo dona. Si deve riportare per chiedere un panno nunziale. Impercettibile al tatto, luminoso e prezioso, a tal punto che non si vende e non si compra, come da giuramento che vincola le donne della famiglia di Chiara Vigo da sempre, che si tramanda di famiglia in famiglia “non commercializzare le opere”. La ‘seta del mare’ si ottiene dai filamenti della pinna nobilis, grandi molluschi meglio conosciuti come nacchere, che si ancorano ai fondali di sabbia, ma “senza la tradizione orale è ciarpame” – ha precisato l’artista Vigo, “prima di tutto deve essere vestita di anima e offerta gratuitamente”.

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Il bisso di frodo. Ma tutti sanno lavorare il bisso? La riposta del ‘Maestro’ arriva chiara e precisa: “Chiunque può lavorarlo, ma solo io lo so portare a una sbiondatura capace di ricevere il biondo-porpora. Se oggi una persona impara a filare, deve filare bisso di frodo, io ho il bisso di mia nonna che mi basta per lavorare ancora due vite”. La differenza tra il bisso di una volta e quello dei nostri giorni sta proprio nella fibra: “Questa fibra è lunga cinque centimetri, ed è di mia nonna”- spiega Chiara Vigo mostrando con orgoglio l’antica seta del mare, “questo è un bisso dei nostri tempi, la fibra è corta, la differenza tra il bisso lungo e quello corto è che nel primo caso l’animale è morto e nel secondo caso è vivo”.Nonostante ora si possa leggere nei suoi occhi un velo di tristezza, Chiara Vigo non perde la positività e la voglia di insegnare, raccontare le sue storie di vita, come un film d’altri tempi, e lo fa sempre con grande maestria.

Monica Magro

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