Il Capo dell’Esercito si tiene stretti i poligoni: “Ridurli? Non se ne parla”

“Il numero dei poligoni è di mera sufficienza. Siamo ad un livello tale per cui non possiamo scendere al di sotto di quello che abbiamo”. Sentito mercoledì pomeriggio dalla Commissione Difesa della Camera, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Danilo Errico sembra chiudere ogni possibilità alla una riduzione delle aree interessate dalla esercitazioni a fuoco delle Forze armate, uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione regionale. Che, peraltro, appena dieci giorni fa pareva aver trovato sponda nel possibilista sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi. “Il confronto va avanti – aveva detto l’esponente del Governo Renzi ospite a Stintino -. L’obiettivo è quello di ridurre le servitù”. Un’ipotesi che però il Generale Errico scarta in modo deciso: “Come stiamo adesso, sopravviviamo bene. Ma non possiamo più perdere spazi”, ha ribadito di fronte ai componenti della Commissione Difesa, di cui fanno parte i deputati sardi Emanuela Corda (M5S), Michele Piras (Sel), Gian Piero Scanu (Pd) e Pierpaolo Vargiu (Scelta civica – Riformatori).

“Puntare sulle simulazioni. Poi, il cannoniere almeno una volta deve sentire il botto”

“Ridurre la pressione delle esercitazioni a caldo, ovvero con l’uso di munizionamento, si può: bisogna puntare sulle simulazioni – ha detto Errico -. Ci vogliono investimenti, poi ci sarebbe un risparmio tra il 40 e il 45 per cento”. Ma in ogni caso “una volta il cannoniere deve sparare, col colpo vero, deve sentire qual è il botto, qual è la sua reazione. Le altre le può fare in simulazione”.

Esercito “ecosostenibile”

Una parte dell’intervento del Capo di Stato Maggiore è stata dedicata specificamente alla situazione sarda, in particolar modo su Macomer e Teulada. “Noi bonifichiamo. Oramai si è creata una cultura tale per cui percepiamo la necessità di essere ecosostenibili, di tenere conto dell’ambiente”. Nella penisola del poligono di Teulada, “che è di proprietà dell’Esercito e dove si scatenavano tutte le esercitazioni – ha proseguito Errico – abbiamo iniziato una bonifica sistematica, ad alta tecnologia, metro per metro”. A Macomer, “in un nostro poligono, in un’area fuori uso che non battiamo da tempo sono stati trovati rimasugli di bombe a mano e materiale inerte, siamo intervenuti immediatamente”.

Il “munizionamento verde”. Ma alla fine “il colpo parte”

Il Generale Errico ha poi rivendicato le pressioni delle stellette sull’industria militare affinché si produca “munizionamento, come dire, verde”. Ovvero “con meno sostanze nocive possibili”. Secondo quanto riferito dal Capo dell’Esercito, “ogni munizionamento ha una scheda dove viene scritto da cosa è composto, i rischi che comporta e tutto quanto c’è da sapere. I comandanti dei poligoni non fanno sparare se non c’è questa scheda. Su questo piano siamo stati molto tassativi, cerchiamo di fare il massimo”. Poi, subito dopo ha aggiunto: “Però, alla fine, il colpo parte. Cioè, non possiamo evitarlo questo”. E ha concluso: “Abbiamo ridotto tantissimo, comunque”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

Note: qui l’audizione completa

 

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