Igea, le donne occupano la miniera

Da questa mattina un gruppo di lavoratrici dell’Igea, circa 20  donne, hanno occupato la galleria Villamarina di Monteponi a Iglesias, mentre un altro gruppo ha raggiunto il pozzo 2 a Campo Pisano. L’acqua per la città è a rischio, visto che l’Igea controlla gli impianti di erogazione.

Dunque, la protesta nella società regionale nata per bonificare e mettere in sicurezza le aree minerarie dismesse si fa più aspra, passato un mese dall’accordo che sembrava chiuso tra la Giunta e i sindacati. Il governatore Francesco Pigliaru e l’assessore all’Industria, Maria Grazia Piras, si erano infatti impegnati a pagare gli stipendi arretrati. L’accordo era saldare due mensilità entro novembre per poi varare un piano di riorganizzazione e rilancio della società, visto che la Regione ha deciso di metterla in liquidazione. E proprio in virtù di quell’intesa a Lula sette minatori che si erano barricati a 80 metri di profondità, avevano sospeso la mobilitazione.

A complicare la vertenza, le dimissioni del commissario liquidatore, Antioco Gregu, che ha lasciato l’incarico affermando che non c’erano più le condizioni per proseguire. Ieri mattina la tensione è di nuovo salita con la contestazione al responsabile regionale alle attività estrattive, Vincenzo Flore: contro il funzionario insulti e lanci di uova. Oggi l’ennesima occupazione della galleria Villamarina di Monteponi e del pozzo 2 di Campo Pisano. Ma con una novità: in campo anche le donne.

Arrivano i primi contraccolpi alle azioni di protesta dei lavoratori Igea. La società Abbanoa ha emesso questa mattina un comunicato nel quale avvisa la popolazione di Iglesias che a seguito dell’interruzione della fornitura di acqua da parte della società Igea, come conseguenza dell’occupazione del pozzo, che fornisce circa il 45 per cento del fabbisogno della città di Iglesias, l’erogazione dell’acqua sarà interrotta dalle 17 alle 5; questo, si legge nella nota, per evitare di esaurire le scorte dei serbatoi cittadini in quanto le altre fonti non sono in grado di sopperire all’interruzione in atto. Le organizzazioni sindacali, frattanto, hanno chiesto il supporto della Caritas per la fornitura di pasti caldi alle lavoratrici in occupazione nella galleria di Monteponi e per i loro colleghi asserragliati dentro la cabina elettrica del pozzo 2 di Campo Pisano, “questo perché, ha affermato Sandro Caria della Rsu Uil, non sappiamo più come fare ad andare avanti”.

Le organizzazioni sindacali, nel frattempo, hanno chiesto il supporto della Caritas per la fornitura di pasti caldi alle lavoratrici e per i loro colleghi asserragliati dentro la cabina elettrica del pozzo 2 di Campo Pisano. “Questo perché – ha affermato Sandro Caria della Rsu Uil – non sappiamo più come fare ad andare avanti”. Le lavoratrici e i lavoratori si accingono quindi a trascorrere la prima notte in occupazione nelle miniere, in attesa di qualche spiraglio positivo da parte della Regione che dovrebbero incontrare martedì prossimo presso l’assessorato all’Industria, al cui incontro si auspica partecipi anche il Presidente della Regione Francesco Pigliaru.

Carlo Martinelli

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share