Granara lascia la guida del Parco geominerario: arriva Pillola

Antonio Granara lascia la guida del Parco Geominerario, ufficialmente “per problemi familiari”. In pole c’è l’ex presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias.

Antonio Granara lascia la guida del Parco Geominerario della Sardegna. Ufficialmente “per problemi di carattere familiare”. Con queste parole l’ex notabile di Forza Italia in Sardegna ha spiegato le ragioni delle proprie dimissioni alla rivista “Heart on earth” che segue da vicino le vicende dei geoparchi italiani: “Ho 69 anni e le forze non sono più quelle di un tempo. E voglio tornare a dedicarle alla mia famiglia, ai figli, che in questi anno ho trascurato”, ha aggiunto il Commissario che nel 2009 sostituì Giampiero Pinna (Ds) alla guida del geoparco. Impossibile ottenere qualche informazione in più dal diretto interessato: il telefono squilla a vuoto. Il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha nominato il sostituto: si tratta di Gian Luigi Pillola, geologo e docente universitario di 55 anni, originario di Gonnesa.  Pillola insegna Paleontologia e Museologia naturalistica.

Sulla decisione di Granara di rassegnare le dimissioni potrebbero aver pesato anche altre vicende. Entro oggi, ad esempio, nella sede del Parco sarebbe dovuta arrivare il decreto ministeriale di riconferma di Granara nel ruolo di commissario dell’ente. La cassetta postale però è rimasta vuota. “In genere questi decreti arrivano qualche giorno prima, ma pare che il postino non abbia ancora recapitato nessuna missiva proveniente dal Ministero dell’Ambiente”, spiega l’ex dirigente del Parco Sandro Mezzolani.

Perché il ministero non avrebbe dovuto riconfermare Granara? Forse la decisione è legata all’inchiesta sulla gestione del Parco avviata dalla magistratura pochi mesi fa, in cui rientra anche Igea. Tra i vari reati, si ipotizza anche il voto di scambio in vista delle prossime elezioni regionali. Oppure c’è in ballo il mancato recepimento del decreto ministeriale che dava al Parco Geominerario due mesi di tempo per creare un nuovo consiglio di amministrazione composto da 7 membri (con 2 soli consiglieri nominati dalla Regione e i restanti dai circa 90 comuni che ricadono sotto la giurisdizione del Parco).

E c’è dell’altro. La decisione di rassegnare le dimissioni potrebbe infatti avere a che fare con le tensioni che scuotono i rapporti con lo European Geoparks Network, diretta emanazione dell’Unesco, che dal 2007 chiede all’affiliato sardo di sviluppare le proprie attività su tutto il territorio amministrato: oltre al Sulcis e all’Iglesiente, ci sono anche le meno conosciute aree del Sarrabus Gerrei, dell’Argentiera e di Orani, tanto per citarne alcune.

Le difficoltà di valorizzare tutte le aree del parco è certamente legata a limiti economici e amministrativi, ma di fatto nulla di quanto richiesto dallo European Geoparks Network è stato fatto. Al contrario, Granara ha sempre sostenuto che tra le diverse zone del parco ci sia “continuità territoriale”, che cioè il parco sia in effetti un unicum organico. Il problema è che oggi la commissione europea dei geoparchi non sembra più disposta a chiudere un occhio. Né il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e il direttore generale del ministero Renato Grimaldi avrebbero sposato le tesi di Granara. In ballo c’è la possibilità che il Geoparco perda l’egida (e i finanziamenti) dell’Unesco.

Piero Loi

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