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Giornalisti Sardegna Uno in sciopero, ma il tg va in onda lo stesso

Tre giorni di sciopero dei lavoratori di Sardegna Uno e nessuna telecamera o microfono alle aperture delle campagna elettorali previste in questo fine settimane dai tre principali candidati alla presidenza della Regioni. Eppure il tg è andato in onda lo stesso. Lo hanno denunciato i giornalisti dell’emittente con una durissima nota che accusa l’azienda di aver compiuto un “atto gravissimo: l’ennesimo gesto arrogante e scriteriato di una dirigenza ormai allo sbando“. La decisione di andare in onda comunque, si legge nella nota, è stata presa dal direttore Mario Tasca in stretta collaborazione con il collega Marco La Picca. Nonostante la giornata di sciopero proclamata dai sindacati. “Oggi si è scritta una delle pagine più nere della storia dell’editoria isolana, un’offesa ai lavoratori in lotta oltreché una violazione delle più elementari norme che regolano le relazioni sindacali all’interno di un’azienda”, si legge nel comunicato del Cdr e dell’Assostampa. “Dispiace che a questo giochino sporco, orchestrato da un direttore “irresponsabile”, peraltro già sfiduciato all’unanimità dalla redazione, si sia prestato anche un dipendente del settore tecnico che ieri aveva votato a favore dello sciopero. In questo caso hanno forse giocato un ruolo decisivo le telefonate fatte ieri sera dall’amministratore delegato Sandro Crisponi a tutto il personale tecnico per accertarsi personalmente dell’adesione allo sciopero di ciascun dipendente. Questa è oggi la dirigenza di Sardegna Uno Tv. Una segnalazione-denuncia nei confronti del direttore Mario Tasca e del collega Marco La Picca è stata già formalizzata al Direttivo dell’Assostampa e al Consiglio Regionale dell’Ordine dei Giornalisti”.

Lo sciopero. Da oggi i lavoratori di Sardegna Uno Tv, da 107 giorni in assemblea permanente e con cinque mensilità arretrate, porranno a Francesco Pigliaru, a Michela Murgia (domani) e Ugo Cappellacci (domenica) tre domande sull’informazione in Sardegna. Ai candidati chiedono: “Che cosa farete una volta al governo della Regione, per tutelare il pluralismo dell’informazione nell’Isola? Come intendete mettere ordine al sistema dell’editoria regolato finora da criteri di discrezionalità? Cosa si intende fare per controllare che le risorse pubbliche destinate alle aziende editoriali concorrano a garantire il pluralismo e soprattutto la tutela dei posti di lavoro?”.

La vertenza dei giornalisti, tecnici e amministrativi della seconda emittente dell’Isola dura da oltre un anno ed il 31 gennaio 2013, fra due settimane, scadrà anche il contratto di solidarietà. “Sardegna 1 Tv sembra ormai avviata ad una lenta agonia – hanno scritto nel documento che verrà presentato ai candidati – l’azienda continua a navigare a vista senza dare chiare indicazioni ai propri dipendenti”. Secondo Roberto Camarra della Cgil “ora occorre che la politica si esprima su questa vertenza e sul pluralismo dell’informazione. Permangono i dubbi su una proprietà che rifiuta il confronto, come accaduto per gli incontri saltati davanti al prefetto”. “In questo avvio di campagna elettorale, la voce di Sardegna 1 non sarà presente – hanno spiegato i componenti del Comitato di redazione – e questo potrebbe essere presto il futuro dell’emittente”. “Sinora – ha concluso Francesco Birocchi, presidente dell’Assostampa – la politica non si è occupata di informazione come avremmo voluto e anche le leggi su questo settore sono rimaste al palo in Consiglio regionale”.

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