Giochi di guerra nel mare di Cagliari, via all’esercitazione Mare Aperto

Mentre una folla in festa domenica accoglieva i ciclisti del Giro d’Italia a Cagliari, al loro arrivo in via Roma, a poche centinaia di metri 23 navi da guerra facevano mostra di sé nelle aree del Porto cagliaritano. Da una parte una competizione su due ruote, dall’altra i preparativi per una guerra simulata: lo strano connubio è andato in scena ieri nel capoluogo come preludio di due intense settimane di addestramento nelle acque sarde, in zone fuori da quelle già interdette dei poligoni militari.

Da venerdì ha preso infatti il via l’esercitazione interforze e internazionale Mare Aperto 2017: “Il primo evento addestrativo complesso annuale della Marina Militare italiana – si legge sul comunicato diffuso pochi giorni fa dallo Stato Maggiore della Difesa italiana – con la partecipazione anche di assetti dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare, oltre a unità navali dei due gruppi permanenti della NATO e della Forza Marittima Europea“.

A descrivere le inquietanti presenze sul porto è un documento dell’Autorità portuale di Cagliari, che elenca le navi da guerra in sosta dal 4 maggio fino a oggi: oltre a quelle italiane, le altre arrivano da Canada, Francia, Polonia, Portogallo, Spagna e Turchia. Le navi Mendez Nunez, Patino, Blas de Lezo e St. John’s sono state ormeggiate al Porto Canale, le K.X. Czernick, Erdek e Leonardo al molo Capitaneria, al Molo Garau le Rottweil, Tajo, Alghero, Chioggia, Termoli, Crotone, Serra e Orion, mentre al Molo Ichnusa c’erano le Scirocco, Tavolara, Lipari e Todaro. Al Molo Sabaudo interno, infine, l’Adroit e Durand de la Penne. Le aree sono state ovviamente interdette a persone e mezzi non autorizzati e presidiate dai militari. Unica eccezione per le centinaia di visitatori che in questi giorni hanno fatto la fila per vedere dal vivo le navi da guerra.

L’operazione della Marina Militare andrà avanti fino al 20 maggio nel Sud Sardegna e vedrà impegnata anche la portaerei Cavour; ci saranno poi navi e sommergibili della Marina Militare oltre alle 11 straniere inquadrate nei Gruppi marittimi permanenti della NATO e nella Forza Marittima Europea. “La Marina, inoltre, schiererà la Brigata Marina San Marco – si legge ancora nella nota del Ministero della Difesa. – Prenderanno parte all’esercitazione anche velivoli Tornado, AMX, CAEW, Predator, KC 767 dell’Aeronautica Militare nonché il reggimento Lagunari, elicotteri AW-129, un posto comando di artiglieria terrestre ed un posto comando di artiglieria antiaerea dell’Esercito Italiano”.

Gli uomini e le donne imbarcati sulle navi, sui sommergibili e sugli aerei “si addestreranno nelle principali forme di lotta sul mare e dal mare, quali la difesa delle navi nella lotta antiaerea, antisommergibile ed antinave, il contrasto alle attività illegali sul mare, la gestione di situazioni di crisi in ambienti con presenza di minaccia convenzionale e asimmetrica e la proiezione di una forza anfibia dal mare su terra”.

Se il documento della Difesa è vago e parla di ‘Mediterraneo Centrale’ come area di svolgimento delle operazioni, per capire quali siano le zone interessate dobbiamo guardare l’ordinanza della Capitaneria di Porto di Cagliari: dalla mezzanotte del 5 alla mezzanotte del 20 maggio saranno “interdette alla navigazione, al transito, alla sosta e all’ancoraggio di qualsiasi unità navale, comprese quelle da diporto, nonché alla pesca, alla balneazione e a qualsiasi attività subacquea” le aree di mare individuate come zone ‘alfa’, ‘bravo’ e ‘charlie’ tra Pula, Chia, Cagliari, Quartu, Quartucciu, Villasimius, Muravera, Villaputzu.

Gli antimilitaristi sardi hanno già annunciato una giornata di protesta contro il programma ‘Mare aperto’: martedì 16 maggio ci sarà un un sit-in sotto la sede del Consiglio regionale, in via Roma a Cagliari, a partire dalle 10.30. Hanno aderito Liberu, Comitato Gettiamo le basi, Comitato Su Giassu, Tavola sarda della pace, Sardigna libera, Sardigna Natzione Indipendentzia e Confederazione sindacale sarda. Alcune di queste erano presenti alla grande manifestazione contro i poligoni militari che si è svolta a Quirra lo scorso 28 aprile.

Polemiche arrivano anche dal mondo dei pescatori del Sud Sardegna: “Dopo le restrizioni militari imposte in tutto il mare sardo alle imprese di pesca e senza neppure poter contare sugli indennizzi – si legge in una nota congiunta inviata da Federcoopesca Confcooperative, Agci Agrital pesca e Associazione Armatori pescherecci Sardi – ora arriva la mazzata decisa dallo Stato. Uno schiaffo al sud Sardegna che può far male a tutta l’Isola”.

Francesca Mulas

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