I Giganti di Mont’e Prama quarant’anni dopo la scoperta. Folla di visitatori a Cagliari e a Cabras

Si ipotizza che accadde tra l’VIII e il V secolo avanti Cristo quando gli invasori – Fenici o Cartaginesi – abbatterono i giganti che i sardi avevano eretto su quella bassa collina del Sinis disseminata di palme nane che le avrebbero dato il nome, Monte Prama. Poco meno di tre millenni dopo – era il marzo del 1974 – due agricoltori, Sisinnio Poddi e Battista Melis, mentre preparavano il terreno per la semina, si resero conto che l’aratro portava alla luce manufatti umani. Giovanni Corrias, proprietario del terreno, e lo stesso Poddi, informarono l’archeologo oristanese Peppetto Pau. Fu allora che cominciò la nuova storia dei giganti. Molto più breve, ma densa di polemiche. Una storia che, simbolicamente, si è conclusa ieri con la doppia inaugurazione, a Cagliari e a Cabras, della mostra dei giganti (“Mont’e Prama 1974-2014” ).

Quarant’anni dopo. Un tempo che se non altro ha consentito ai giganti di mostrarsi “a tutto tondo”, nella loro possenza, grazie a un a sapiente applicazione delle nuove tecnologie all’archeologia. A Cagliari i visitatori hanno a disposizione una postazione touch screen. Toccando lo schermo, si sceglie un’immagine che viene proiettata sulla parere ed è possibile ‘muovere’ la statua per vederla da tutte le angolazioni. Una tecnologia, realizzata dal Crs4, che ha vinto il primo premio al Digital heritage di Marsiglia.

L’inaugurazione di Cagliari è stata accolta con entusiasmo e partecipazione dai cittadini. A fare gli onori di casa il soprintendente Marco Minoja. A rendere omaggio alle 22 statue, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessore alla cultura Claudia Firino, sindaci di Cagliari e Cabras, Massimo Zedda e Cristiano Carrus, la direttrice per i Beni culturali della Sardegna Maria Assunta Lorrai. E anche lo scultore Pinuccio Sciola, che con la sua presenza ha voluto rendere omaggio al lavoro realizzato dagli anonimi “antichi colleghi”.

Una folla enorme di visitatori, con lunghe code dal museo archeologico della Cittadella fino a Porta Cristina per intraprendere in poche ore un viaggio straordinario nel cuore della nostra storia. Dal corridoio che racconta le fasi del ritrovamento e del restauro, all’incontro con le statue del “pugile” e del “guerriero”, alla full immersion nella civiltà nuragica del Sinis, fino alla quarta stanza, e alla conclusione del “viaggio”, dove le statue di Mont’e Prama “incontrano” la civiltà nuragica e i loro piccoli cugini, i bronzetti.

In serata, alle 17,30, seconda inaugurazione, al museo civico “Giovanni Marongiu” di Cabras, con alcuni dei presenti alla prima: l’assessore Claudia Firino, giunta assieme al sindaco di Cagliari Massimo Zedda, e il sottosegretario alla cultura Francesca Barracciu.

Anche qua grande folla, lunghe file e il suono delle launeddas degli allievi della scuola di musica. E l’assenza – molto notata – di Sisinnio Poddi, uno degli scopritori. In tutto sette, secondo quanto ha detto il sindaco Carrus. Uno di loro, Giovanni Corrias, non c’è più. Gli altri sono, oltre a Poddi, Battista Meli, Peppino Piras, Giandomenico Brundu, Pinuccio Trogu e Pinuccio Cabitza.

Ma la categoria degli ‘scopritori’ è in realtà anche più ampia. Si tratta di intendersi sul significato del termine. Perché tra loro – cioè tra quanti hanno rivelato i giganti al mondo – vanno di certo annoverati i restauratori del Centro di Li Punti che sono stati capaci – come ha ricordato Marco Tronchetti – si risolvere la “sciarada” di 5200 frammenti e di ricomporli in 38 statue.

I programmi futuri, come ha sottolineato il sindaco Carrus, prevedono che tutte le statue si ritrovino a Cabras, che ora non dispone di spazi sufficienti (ma in due o tre anni dovrebbe essere inaugurata la nuova ala del museo). Intanto gli scavi a Monte Prama riprenderanno.

N.B.

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