Genoni, l’autopsia chiarirà la dinamica. Si scava sul passato della vittima

È in corso all’ospedale Brotzu di Cagliari l’autopsia sul cadavere di Roberto Vinci, l’allevatore di 48 anni ucciso in un agguato la notte tra lunedì e martedì scorsi vicino al suo podere a Genoni, nel sud Sardegna. Ad eseguire l’esame è l’anatomopatologo Roberto Demontis su incarico della pm della Procura di Cagliari Nicoletta Mari, titolare dell’inchiesta. Il professionista stabilirà con certezza il numero dei colpi di fucile sparati sull’uomo, la distanza e la causa della morte.

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Nel frattempo, le indagini dei carabinieri della compagnia di Isili e del Nucleo investigativo del comando provinciale di Nuoro, coordinati dal maggiore Michele Cappa, proseguono senza sosta. I militari stanno ricostruendo le ultime ore di vita di Vinci, che al suo primo soccorritore è riuscito a dire, ormai agonizzante sul ciglio della strada, che ha colpirlo era stato un uomo incappucciato e vestito di nero.

Si scava soprattutto sul passato turbolento della vittima, che aveva alle spalle diversi precedenti penali per rapina e furto. Il fatto più rilevante, che costò a Vinci una condanna a 30 anni, poi ridotta a 20 in appello – pena completamente espiata – risale al gennaio 2002: insieme a un complice assaltò un distributore di benzina alla porte di Ales, in provincia di Oristano, coprendosi la fuga in auto con il gestore della stazione di servizio, Antonio Tuveri, rimasto poi ucciso dalle pallottole esplose dai carabinieri nel conflitto a fuoco con i banditi durante l’inseguimento.

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