Maxi operazione della Guardia di finanza di Livorno che ha ritrovato 857 chili di marijuana, nascosti in due capannoni isolati in Gallura. Un blitz a conclusione dell’indagine denominata ‘Ferry flower’ che ha stroncato un traffico che collegava la Sardegna con la Toscana. Si tratta di uno dei sequestri più importanti mai avvenuto in Sardegna, avvenuto anche grazie all’analisi di una chat. Il blitz risale allo scorso 29 luglio, quando le Fiamme gialle hanno ritrovato gli 8 quintali di infiorescenze di marijuana. La perquisizione è scattata dopo l’arresto nel porto di Livorno, di A.C., un cittadino sardo che arrivava da Olbia con un carico di 20 chili di infiorescenze di marijuana con livelli di Thc molto al di sopra dei limiti consentiti.
Dopo l’arresto sono iniziate le indagini, condotte dalla Procura della città toscana, che hanno permesso ai finanzieri di risalire a varie località della Sardegna in cui sono stati fatti sopralluoghi e perquisizioni. L’arrestato nel frattempo aveva ottenuto la possibilità di obbligo di dimora a Olbia per continuare a svolgere la sua attività lavorativa, ma le successive perquisizioni, hanno permesso di catalogare l’arresto come una parte (seppur rilevante) del traffico di stupefacente. Al blitz di fine luglio hanno partecipato anche i gruppi delle Fiamme gialle di Olbia e Nuoro.
Le indagini quindi hanno condotto gli investigatori nelle campagne di Telti, dove sono stati ritrovati, all’interno di due capannoni isolati, 857 chili di infiorescenze di marijuana nascosti all’interno di barili di plastica, buste, sacchi di cereali – anche già imballati per la vendita – nonché strumentazione idonea alla pulitura e al confezionamento delle infiorescenze. Il luogo del blitz sarebbe emerso da una conversazione social tra A.C. e F.M., quest’ultimo sarebbe il padronedei due capannoni.
All’interno della chat erano disponibili video e foto degli immobili e di diverse infiorescenze di marijuana, oltre a un bollettino postale di fornitura elettrica a Telti, intestato a una società cessata nel 1987 e il cui titolare era deceduto nel 2014. Dalle intercettazioni telefoniche sarebbe emerso come A.C. avesse la disponibilità di 8 quintali di cannabis che non riusciva a vendere. E l’indagato, nelle sue conversazioni telefoniche, avrebbe sempre fatto riferimento alla canapa sativa legale, presumibilmente al fine di depistare le indagini.
Una volta confermato che la percentuale di Thc era di molto superiore ai limiti di legge, le Fiamme gialle di Livorno hanno sequestrato la marijuana e portato al carcere di Bancali A.C. e F.M., realizzando uno dei sequestri più importanti di marijuana mai avvenuto in Sardegna.