Un killer solitario o un commando di almeno due uomini armati? È una delle prime domande alle quali dovranno rispondere le indagini dei carabinieri e della Procura della Repubblica di Oristano sull’omicidio dei fratelli di Fordongianus Pierpaolo e Michelino Piras, di 62 e 48 anni, uccisi a fucilate all’alba di ieri mentre si apprestavano a entrare nell’azienda zootecnica di famiglia nelle campagne del
paese. L’assenza di qualsiasi segno di reazione o di fuga da parte delle vittime fa ritenere più probabile l’ipotesi del
commando. La certezza potrebbe arrivare già oggi dagli esiti dell’autopsia disposta dalla magistratura e dai rilievi del Ris (Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri) e potrebbe contribuire a dare un indirizzo più preciso alle indagini.
Al momento gli inquirenti non escludono alcuna pista e prendono in considerazione anche la possibilità di un collegamento con due recenti omicidi, uno a Ghilarza lo scorso settembre, l’altro a Busachi nel dicembre 2016 ed entrambi ancora senza un colpevole. Un elemento che li accomuna tutti e tre c’è di sicuro ed è la modalità dell’agguato dietro il muretto a secco, tipica delle faide e dei delitti legati al mondo agropastorale, già sottolineata ieri sul luogo del delitto dal procuratore Ezio Domenico Basso. A supportare l’ipotesi di un possibile collegamento con vecchie faide c’è anche un altro particolare, quello del nome di Pierpaolo Piras comparso qualche anno fa in una sorta di elenco di condannati a morte fatta ritrovare nel cimitero di Busachi, a pochi chilometri da Fordongianus. Una svolta alle indagini potrebbe arrivare dall’impianto di videosorveglianza che i fratelli Piras avevano installato nell’azienda di famiglia. Ieri il procuratore della Repubblica ha spiegato che c’era ancora da accertare se l’impianto era in funzione. Se ne saprà di più nelle prossime ore.
