Frammenti di razzo cinese in caduta: anche la Sardegna nelle zone a rischio

Non è vero che un razzo cinese si stia per abbattere sulla Sardegna, ma è sicuro che alcuni frammenti del ‘Lunga marcia 5‘ cadranno sulla terra tra sabato e domenica e che nella fascia ipotizzata rientri anche l’Isola. Le stime sono ancora molto approssimative e la caduta è prevista in una grande fascia del pianeta che comprende anche il cemtro-sud dell’Italia. Per questo motivo la Protezione civile, in attesa di aggiornamenti più precisi, ha disposto alcune regole da seguire in Sardegna, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia dove viene consigliato di restare a casa (regola facile da rispettare in piena notte col coprifuoco) e di farlo lontano dalle finestre. Le indicazioni arrivano dal Comitato operativo della Protezione Civile convocato dal capo Dipartimento, Fabrizio Curcio. Non si tratta di un incidente, ma quella di lasciar cadere i detriti nell’atmosfera è una scelta precisa: lo stesso era già capitato nel maggio 2020 e i resti erano atterrati in una zona disabitata dell’Africa occidentale.

Il modulo del razzo cinese, 30 metri di lunghezza per 18 tonnellate di peso, dovrebbe raggiungere il suolo verso le 2:24 della notte tra sabato e domenica, ma la fascia oraria prevista parte dalle 6 ore precedenti a quelle successive. Sono tante la variabili ancora in gioco che, nelle prossime ore, porteranno indicazioni più precise sulla traiettoria dei detriti in arrivo dallo spazio. La fascia di rischio è gigante: parte dai +41 ai -41 gradi di latitudine, comprendendo le Americhe, da New York al Cile, l’Europa meridionale, tutta l’Africa, l’Asia in una fascia che parte da Turchia e Pechino e scende fino a coprire anche Australia e Nuova Zelanda. Secondo gli esperti le maggiori possibilità riguardano la caduta in mare dei detriti, ma per ora non si può escludere nulla e anche in Sardegna, Sicilia e nel centrosud della Penisola i tecnici stanno conn gli occhi all’insù. Il tavolo tecnico – composto da Asi, (Agenzia spaziale italiana), da un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del ministero dell’Interno – dipartimento dei vigili del fuoco, della Difesa – Coi, dell’aeronautica militareIsoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni – continuerà, insieme ai rappresentanti delle Regioni potenzialmente coinvolte, a seguire tutte le operazioni del rientro, fornendo analisi e aggiornamenti sull’evoluzione delle operazioni.

“Sulla scorta delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica – sottolinea la Protezione civile -, è possibile fornire alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione: è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti”. Si consiglia, comunque, indica il Dipartimento, “di stare lontani dalle finestre e porte vetrate; i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici; all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti; è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto; alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all’impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti”.

 

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