Fonni e Collinas i paesi del presepe, sull’Isola la Natività che non ti aspetti

“Amo il presepe, perché dialoga con l’infinito”. Così raccontava Maria Lai, affascinata dalle immagini delle natività in cui il sentimento del divino si mescola a quello della speranza, della provvidenza, del destino. L’artista di Ulassai, ha fatto della natività uno dei temi centrali della sua ricerca, reinterpretandolo senza sosta negli anni con disegni, stili e materiali sempre diversi: legni, stoffe, briciole di pane, pietre (nella foto). Ed è proprio sull’Isola che la tradizione del presepe ha trovato scenari in grado di attirare ogni anno migliaia di visitatori. Come a Fonni, il comune più alto della Sardegna (mille metri sul livello del mare), che secondo una tradizione più che ventennale, festeggia l’Avvento con una rassegna dal titolo Presepe nel rione.

Un evento organizzato in occasione del circuito barbaricino di Cortes Apertas e che ha reso famosa Fonni negli anni come il ‘Paese dei presepi’, coinvolgendo sin dagli inizi di dicembre gran parte della creatività dei suoi abitanti, che fanno a gara per reinterpretare l’iconografia cristiana allestendo una sessantina di presepi per le vie del paese. La manifestazione, attualmente in corso, è stata ripresa nei giorni scorsi anche dalle telecamere del Tgcom24 di Mediaset, che con la sua troupe è andata alla ricerca dei presepi più originali di Fonni: dal presepe etnico, a quello stilizzato, a quello ottenuto con materiali di recupero, col muschio fresco e scarti di sughero. Soddisfatta dell’attenzione mediatica, e del grande afflusso di visitatori, la sindaca Daniela Falconi: «Una magia che si ripete da anni quando ogni rione lavora al proprio presepe curandolo nei minimi dettagli, con gli abitanti che allestiscono una sessantina di presepi per le vie del paese». Un impegno certosino ripagato dallo stupore dei tanti visitatori e reso ancora più suggestivo dalle  illuminazioni e dalle musiche di sottofondo che li rendono altamente spettacolari.

Prima della fine dell’anno, il 29 dicembre, ad Assolo – minuscolo centro di 382 abitanti dell’Oristanese- si può assistere a un’autentica magia: il presepe vivente più grande della Sardegna. Un vero sforzo collettivo per l’evento intitolato Sulla via della cometa: 200 figuranti che danno vita con entusiasmo e passione, a un suggestivo salto nell’anno zero. Tra antichi mestieri e riti ancestrali, in un contesto di luci, ombre, fuochi, suoni e rumori.

Ma tra le rappresentazioni di quel mondo sospeso, custode del simbolo del Natale, c’è un’altra località in Sardegna che vale la pena visitare: è il borgo di Collinas, uno scenario ideale per chi ama gli scorci incantati carichi di spiritualità. A una sessantina di chilometri da Cagliari, conosciuto come la piccola Betlemme del Campidano,  il paese sfoggia da oltre trenta anni presepi viventi, presepi rionali e anche un presepe meccanizzato, con opere di pregevole fattura, frutto delle capacità artistiche e artigianali dei suoi abitanti. La sera del 5 gennaio, quando il paese illuminato dalle luci appare davvero come una piccola Betlemme, va in scena il tradizionale presepe vivente accompagnato dal racconto dalle parole del Vangelo, rigorosamente scandite in ‘limba’. (donatella percivale)

Nella fotografia un presepe vivente tratto dal sito www.collinascomunitàospitale.it

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