Fluorsid, patron Giulini tra gli indagati. Ma ci sono anche altri nomi nuovi

L’inchiesta sul presunto disastro ambientale commesso dalla Fluorsid di Macchiareddu è chiusa: gli indagati salgono a 15 e solo ora si apprende che pure Tommaso Giulini, patron del Cagliari calcio e proprietario dell’azienda, ha ricevuto un avviso di garanzia. Dunque anche lui è sotto inchiesta, sebbene la sua posizione sia stata stralciata dal resto dell’indagine e questo potrebbe voler significare una immediata archiviazione. Separati, per lo stesso probabile motivo, i fascicoli di Rosina Anedda e Massimo Secci, dirigenti dell’agenzia regionale Arpas a cui sono contestati i reati di rifiuto e omissione di atti d’ufficio. Con Giulini, Anedda e Secci gli avvisi di garanzia sono in tutto diciotto.

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La notizia sulla chiusura delle indagini è riportata da L’Unione Sarda oggi in edicola. Giulini, difeso dagli avvocati Guido Manca Bitti e Carlo Baccaredda Boy, era stato sentito dal pm Marco Cocco, titolare dell’inchiesta, il 3 giugno del 2017. Un colloquio durato quattro ore e al termine del quale il patron del Cagliari si era abbandonato a una battuta: “Non mi ha chiesto di Rastelli, quindi sono tranquillo“. Nulla è mai trapelato sull’avviso di garanzia ricevuto. Anzi, sembrava che Giulini fosse fuori dall’inchiesta. Invece così non è, almeno sinora. Anche se il presidente della squadra rossoblù da subito chiarì di aver rinunciato alle cariche societarie per dedicarsi solo al Cagliari Calcio.

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Il caso Fluorsid erra scoppiato il 19 maggio 2017 con sette arresti: in carcere, con l’accusa di disastro ambientale, inquinamento e associazione a delinquere, erano finiti Michele Lavagna, direttore dello stabilimento, Sandro Cossu, a capo della Sicurezza, un altro tecnico interno, Alessio Farci, più Marcello Pitzalis e Simone Nonnis, dipendenti di Ineco, la ditta esterna che svolgeva la movimentazione degli scarti industriali; i domiciliari erano scattati invece per Armando Benvenuto Bollani, titolare di Ineco, e Giancarlo Lecis, altro quadro della Fluorsid. Contestualmente, per smaltimento illecito, inquinamento e disastro ambientale, vennero indagati  Giuseppe Erriu, dipendente ed ex sindaco di Silius, Fabrizio Caschili, direttore tecnico di Fluorsid, e Antonio Piscedda, amministratore di Ecotecnica nonché proprietario della discarica di Su Pillari, nelle campagne di Assemini.

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I nuovi indagati sono intanto Pasquale Lavagna, padre di Michele, che nel Cda di Fluorsid è stato presidente, e Loukas Plakopitis, responsabile commerciale dei sottoprodotti aziendali: entrambi devono rispondere di smaltimento illecito, disastro ambientale, inquinamento e associazione a delinquere. Avviso di garanzia anche per Giuseppe Steriti, funzionario del settore Qualità ambiente e sicurezza, Mario Deiana, responsabile della logistica, Antonio Caria; ex responsabile delle pulizie industriali: loro sono accusati di inquinamento, smaltimento illecito e disastro ambientale. Tra gli indagati anche Davide Zaccheddu, responsabile del settore Bonifiche e siti contaminati dall’agenzia regionale Arpas, ma a differenza degli altri due colleghi la sua posizione non è stata stralciata. Zaccheddu è accusato di rifiuto e omissione di atti d’ufficio. L’ex dipendente di Ineco, Simone Nonnis, ha chiesto invece di patteggiare due anni, tramite l’avvocato Alberto Ippolito.

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