Morte Michela, l’assassino dal carcere: “Amavo mia moglie e l’amo ancora”

Una seconda lettera dal carcere a distanza di un mese dalla prima. Marcello Tilloca, l’uomo che ha strangolato e ucciso la moglie Michela Fiori ad Alghero il 23 dicembre scorso, ha scritto di nuovo alla redazione de La Nuova Sardegna. “Mia moglie l’amavo e l’amo ancora”, si legge in un passaggio della lettera.

“Sono da tutti voi giudicato un mostro mentre sono stato e mi ritengo ancora una persona debole. Non essere riuscito a reggere vari, tanti fenomeni stressogeni, per me è una sconfitta, una condanna”, continua Tilloca, nella missiva riportata dal quotidiano sassarese. L’uomo – che si trova rinchiuso nel carcere di Bancali – ha confessato ai carabinieri l’omicidio di Michela qualche ora dopo il delitto.

 

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