Viaggiare con l’Arst, le testimonianze. Duecento km in otto ore e sgarbi ai turisti stranieri

In Sardegna, la mobilità interna è riconosciuta come strategica per lo sviluppo dell’Isola. Il settore dei trasporti pubblici è gestito dall’Azienda regionale sarda trasporti (Arst), controllata dall’amministrazione regionale. La sede principale è a Cagliari e l’azienda, che conta circa 2.500 dipendenti, gestisce la quasi totalità delle autolinee extraurbane dell’isola. Abbiamo voluto dare un’occhiata al servizio offerto dall’Arst, raccogliendo alcune testimonianze dei passeggeri.

Salvatore Romagna, 56 anni, originario di Bosa, da trent’anni vive all’estero e rientra in Sardegna per le ferie estive. “Gli ultimi 23 anni li ho trascorsi a Berlino, sono sposato con una donna tedesca e ho due figli. Sono abituato a viaggiare, lavoro per conto di una organizzazione non governativa internazionale che promuove scambi culturali tra ragazzi in 36 paesi del mondo. Nonostante fossi consapevole dei limiti strutturali dei trasporti pubblici in Sardegna, per il mio rientro nell’isola ad agosto questa estate mi son messo alla ricerca di un autobus o un treno che mi permettesse di raggiungere l’aeroporto di Olbia da Bosa e prendere così il volo diretto per Berlino”.

“Convinto che il diritto alla mobilità sia un segno di civiltà e di progresso di un popolo e di una regione speravo che, dopo vent’anni, anche in Sardegna i trasporti non si fermassero ‘al mare’ o alla costa. Dopo inutili e vane ricerche di ‘coincidenze’ (un vero eufemismo) fra aereo, treno e autobus, mi sono presto accorto di aver dimenticato (o meglio rimosso) il fatto che l’unica soluzione per venire in Sardegna ancora oggi è utilizzare l’auto o chiedere a un familiare di venirti gentilmente a prendere. Dopo ore interminabili e frustranti di ricerche online, infatti – su improbabili portali dell’Arst o altri – mi sono arreso alla immutabile realtà dei fatti. Il percorso da Bosa ad Olbia più ‘veloce’ che ho trovato ad agosto in Sardegna nel 2013 è stato di 6 ore e mezza, mentre quello normale era di 8 ore e 15 minuti – il tutto per coprire una distanza di 144 chilometri!”.

“Ricordo che nei primi anni 70 la “littorina” da Bosa a Nuoro ci metteva quattro ore, quasi un “Eurocity” o “Freccia rossa”, oggi, rispetto alla velocità e alla frequenza dei trasporti pubblici di oggi in Sardegna. Ricordo che quarant’anni fa, quando la littorina era in salita, almeno ci si divertiva a raccogliere la frutta dagli alberi al volo. Non mi azzardo a fare analisi e cercare le ragioni e responsabilità di questa arretratezza. Ho però l’impressione che la gente della Sardegna non abbia percezione delle reali condizioni in cui si trovano le infrastrutture in Sardegna, trasporti compresi. Allora mi son detto: o si è abituati ad essere ostaggi in casa oppure non si conosce il resto del mondo. Ma forse, mi son risposto, sono vere tutt’e due le cose”.

Graziano Siotto, 24 anni, nuorese. “La mia esperienza risale al luglio scorso quando, avendo preso le ferie, decisi di recarmi a Cala Gonone per trascorrere le mie vacanze. Dovendo muovermi attraverso i servizi pubblici ed ho cercato gli orari degli autobus ARST sul sito web dell’Azienda. Avendo difficoltà a trovarli (e volendomi sincerare che del fatto che fossero corretti), ho chiamato il loro Numero verde che credo abbia il centralino a Cagliari. Ho chiesto le informazioni che mi occorrevano, quale tratta devo percorrere, quale corsa prendere, gli orari di andata e ritorno ecc… e l’operatore telefonico (un uomo davvero scorbutico) mi risponde che non esiste alcun autobus per quella tratta. Ribadisco che mi sembrava strano, essendo segnalato anche negli orari della loro azienda. Allora, lo stesso operatore si rivolge ad una collega, la quale gli indica la corsa che mi occorreva e che sino a due secondi prima era “inesistente”. Allo scocciato operatore chiedo gli orari e mi viene risposto: “Ma non lo sai usare il computer?…”. Trattengo a stento le risate (per non dire altro) per il servizio davvero improponibile, e rispondo che il sito è costruito male e non riesco a prendere le informazioni, e che lui d’altronde è lì anche per darmi gli orari che mi occorrono. Lui si rivolge nuovamente alla collega, questa glieli indica e così me li detta. Ma lo stesso operatore dunque mi da tre serie di orari diversi, tra andata e ritorno, suddivisi per giornate. Lo saluto più confuso di prima e decido di recarmi presso il deposito Arst di Nuoro, dove mi accorgo che gli orari che dell’operatore di Cagliari erano totalmente diversi da quelli in vigore riportati sul tabellone di quello stesso deposito. Morale della favola? A Nuoro si dice che mi son arrangiato…Ma poi mi son chiesto, è giusto che sia così?”.

Cinzia Nieddu, libera professionista, anche lei originaria della Sardegna centrale, lavora all’estero ma passa il periodo delle sue lunghe vacanze in Sardegna. Quando torna, dice, è ‘costretta’ a prendere i mezzi pubblici: “Ho assistito a delle scene allucinanti. Alcuni stranieri non trovando alcuna indicazione su orari, acquisto dei biglietti o altro, salgono sul bus e chiedono di fare il biglietto a bordo così come si usa fare da loro. Ma la risposta è che qui non si può, e quando si può si paga una maggiorazione, come sorta di multa come se uno non avesse voluto acquistare il biglietto. Alcuni sono stati perfino insultati dagli autisti scontrosi o tacciati di voler fare i ‘portoghesi’. Ovviamente in quelle occasioni ho dovuto prendere le difese degli stranieri, oltre che fare da interprete e traduttore dato che ovviamente l’autista non parlava neppure un minimo di inglese. Per quanto mi riguarda vedo che orari (è già difficile trovarli) scritti non coincidono con quelli effettivi. L’ultimo caso mi è capitato pochi giorni fa, quando arrivando a Macomer da Cagliari alle 18.20 circa, scopro che la coincidenza del bus per Bosa (dove dovevo andare) non aspetta il treno se ha anche un ritardo minimo di 5 minuti. Come dire che neppure loro si fidano dei loro ritardi. Ho dovuto aspettare l’altro pullman per andare a Bosa che partiva alle 21 da Macomer. Quel giorno ero partita da S. Priamo (frazione del Comune di S. Vito, vicino a Muravera) alle 14,30. Sono arrivata a Bosa alle 22,00. Ho impiegato otto ore di viaggio per fare mezza Sardegna (230 km). È normale? Tutto questo senza avere informazioni corrette, senza poter aspettare l’autobus al coperto nella stazione di Macomer e senza poter leggere gli orari quando il bar è chiuso, visto che la locandina è affissa all’interno”.

D. F.

 

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