Eurallumina, ambientalisti a operai: “Cerchiamo soluzioni alternative”

“Continuiamo a dire no alla nuova centrale a carbone e all’ampliamento del Bacino dei fanghi rossi, ma tendiamo la mano agli operai per discutere insieme di soluzioni alternative“. È questo il messaggio emerso dall’incontro di parte del fronte ambientalista convocato a pochi giorni dalle minacce ricevute dall’ex consigliere di Portoscuso e della provincia di Carbonia Iglesias Angelo Cremone.

L’incontro tra le diverse anime del movimento che difende l’ambiente è sopratutto un momento per fare il punto sulle tante vertenze ambientali in corso. Naturale, allora, focalizzarsi sul progetto proposto dalla Regione all’Eurallumina, privilegiando l’aspetto di proposta.

“Quanto alle alternative – sottolinea Cremone, sin dalla presentazione del progetto è stato proposto all’Eurallumina di sostituire l’obsoleto centrale a carbone con un impianto solare da realizzare su una parte dei circa 180 ettari oggi occupati dai fanghi rossi, previo tombamento e bonifica”. Sul piatto c’è anche la proposta formulata dal Gruppo d’intervento giuridico e da Isde Medici dell’Ambiente di convertire il polo industriale in un centro per il riciclo dell’alluminio. Tale soluzione, hanno precisato in passato le due associazioni, consentirebbe un netto risparmio in termini di produzione di energia e di scarti di produzione. Vale a dire, meno emissioni e rifiuti industriali.

Favorevole a ipotesi alternative anche la Confederatzione sindacale sarda Giacomo Meloni, che per valutare nuove vie percorribili, mettendo in fila tutti gli aspetti che non ‘funzionano’ del progetto al vaglio della Regione.  “Prima di tutto la difesa della salute – questa la posizione della Css – e dunque, solidarietà ai tanti ammalati e alle categorie lavorative, come pastori, agricoltori, commercianti e artigiani colpiti gravemente da un’industralizzazione selvaggia. Ma questo – precisa la Css – non ci impedisce di manifestare, come sempre, la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ai lavoratori del polo”.

Intanto, sulle minacce di morte a Cremone indagano gli inquirenti. E nulla si può dire su chi ha vergato le minacce. Non mancano, in ogni caso, le manifestazioni di solidarietà-

“Le intimidazioni rivolte ad Angelo Cremone, storico ambientalista, suonano come una minaccia a tutto il movimento che si batte in difesa dell’ambiente e della salute”, riassume l’ex consigliera regionale Claudia Zuncheddu. “Siamo qui per denunciare un clima di tensione crescente, che ha l’effetto di limitare la naturale dialettica democratica tra chi è a favore e chi è contrario a nuovi e impattanti interventi in campo industriale”, aggiunge Marco Mameli dell’Assotziu Consumadoris Sardigna.

Le ragioni del no sono le stesse ricordate a più riprese nel corso del procedimento di valutazione d’impatto ambientale aperto in regione. “La condizione sanitaria del Sulcis e, in modo particolare Portoscuso, è drammatica. Oltre all’elevata incidenza di tumori, sono preoccupanti anche gli indicatori sanitari relativi alle patologie cardiocircolatorie. Preoccupante anche la situazione della catena alimentare, come testimoniano le numerose ordinanze che vietano o limitano il consumo dei prodotti del territorio”, precisano Zuncheddu e Vincenzo Migaleddu, presidente Isde – Medici per l’ambiente Sardegna.

Chiude il segretario di Sardegna Pulita Salvatore Lai, per il quale “gran parte dei problemi, ambientali e occupazionali, possono essere risolti riqualificando gli operai in vista delle operazioni di risanamento ambientale. Ma occorre che la politica chiuda il lungo capitolo di un modello di sviluppo che si è rivelato insostenibile”.

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