Ersu, lo shopping nell’orario di lavoro: 22 condannati, rischio licenziamento

Sono diventate definitive le condanne per truffa aggravata e continuata contro i ventidue dipendenti dell’Ersu che uscivano dall’ufficio durante l’orario di lavoro. Praticamente si svuotava la sede di Cagliari, a leggere cosa succedeva nel 2009 in quelle stanze dell’Ente regionale per il diritto allo studio, il palazzo a vetri all’angolo tra il corso Vittorio Emanuele e via Sassari. Le sentenze sono state emesse dalla Cassazione lo scorso 23 ottobre. Ma solo adesso si conosce l’esito, contestualmente alla scoperta di un esposto presentato un mese e mezzo fa nella Procura del capoluogo. Lo ha firmato e depositato Luciano Melis, segretario del Sadirs, il sindacato autonomo che ha inviato la stessa segnalazione all’Anac, l’Autorità nazionale per l’anticorruzione, oltre che alla Corte dei Conti e a molti uffici della Regione. Presidenza compresa.

Sono due pagine di esposto quelle di cui Sardinia Post è venuta a conoscenza. Nessun j’accuse messo nero su bianco. Perché spetterà ai magistrati inquirenti decidere. Nel documento, Melis si limita a sollecitare un intervento per “rimuovere eventuali abusi e agire nei confronti dei responsabili”. Stando a quanto ricostruito dal nostro giornale, i ventidue condannati sono stati sanzionati con sospensioni di pochi giorni. Ma in casi come questi è previsto anche il licenziamento. Lo stabilisce l’articolo 55 (e seguenti) della legge 165 del 2001, che raccoglie le ‘Norme generali sul lavoro pubblico’.

A ottobre la Cassazione ha confermato le condanne in secondo grado emesse nel settembre del 2017 dalla Corte d’appello di Cagliari. In venti (su ventidue) Sono stati condannati a nove mesi di reclusione e 200 euro di multa ciascuno. Questi i nomi: Rosanna Arceri, di Santadi, classe 1953; Lorenza Bartolini, nata a Udine, 59 anni; Giada Casti, 46, cagliaritana; Maria Teresa Concas, di Nuxis, classe 1954; Carla Farris, di Sestu, 51 anni; Maria Rita Farris, asseminese del 1954; Franco Figus, cagliaritano del 1961; Antonello Giuliano Frau, desulese, 55 anni; Egidio Loche, nato a Cagliari nel 1953; Roberto Masala, cagliaritano del 1955; Olivio Melis, anche lui cagliaritano di 64 anni; Pietro Orrù, 66 anni, di Gonnostramatza; Augusto Ortu, cagliaritano, 65 anni; Anna Patteri, 66 anni, di Quartu; Ivana Perra, nato a Genk, in Belgio, nel 1957; Lorena Pilloni, cagliaritana del 1959; Rosella Pinna, cagliaritana del 1961; Francesco Puddu, nato a Jerzu nel 1956; Danilo Sarigu, cagliaritano del 1965; Salvatore Zurru, gavoese del 1953. Invece: un anno di reclusione e 300 euro di multa per Alessandro Puddu, cagliaritano del 1962. Quattro mesi e 150 di multa per Maria Pia Gerina, cagliaritana del 1951.

Il dispositivo della Cassazione è la numero 56628 con presidente Ugo De Crescienzo e relatore Andrea Pellegrino. Il collegio giudicante della Corte d’appello era presieduto invece da Antonio Onni con Silvia Badas e Claudia Belelli a latere. E proprio dalla sentenza di secondo grado si ricava cosa succedeva all’Erus: durante l’orario di lavoro i ventidue dipendenti condannati commettevano “più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso”. Ovvero “con artifizi e raggiri si allontanavano indebitamente dall’ufficio dall’ufficio per ragioni estranee al servizio”, come “recarsi presso locali pubblici, andare a passeggio o fare compere”. Il tutto “facendo risultare falsamente – è scritto ancora nel provvedimento – la presenza in servizio” quindi attraverso “ingannevoli trimbature”.

I dipendenti dell’Ersu – non è dato sapere se nel frattempo alcuni siano andati in pensione – sono stati condannati a pagare anche le spese processuali più duemila euro a testa da versare alla Cassa delle ammende nonché altri 3.51o euro, stavolta “in solido, che è il costo sostenuto dall’Ersu per costituirsi parte civile nel processo.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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