E.On, prosegue lo sciopero. E i sindacati si rivolgono alla magistratura

Prosegue anche oggi lo sciopero a scacchiera proclamato dai lavoratori della centrale E.On di Fiume Santo, per cercare di scongiurare i licenziamenti dopo l’annuncio della multinazionale tedesca di lasciare a casa 120 dei 240 dipendenti. E intanto i sindacati hanno deciso di rivolgersi alla magistratura. Quello che è accaduto ieri, secondo i sindacati, ripropone la necessità non solo di mantenere i livelli occupativi ma anche di non dilazionare i tempi per la costruzione del quinto gruppo.

Gli operatori del gruppo tre non hanno potuto scioperare nonostante l’astensione dal lavoro fosse stata proclamata coi tempi previsti dalla legge. Per lo sciopero di quattro ore, dalle nove alle 13, dei turnisti del gruppo tre, doveva essere spento l’impianto che produce da solo 320 megawatt. Per assicurare energia, bisognava prima riaccendere i gruppi 1 e 2 che insieme producono la potenza del 3. Questi impianti vecchi e da demolire non sono ripartiti subito, così i turnisti del gruppo da spegnere sono stati costretti a restare al lavoro, ma poi l’impianto si è bloccato ugualmente e si è rischiato che mancasse la corrente in tutta l’isola, anche se solo per qualche minuto, perché la rete nazionale avrebbe comunque compensato.

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