Dopo la condanna per calunnia Grauso pubblica i video del “complotto”

L’audio non è dei migliori, la qualità dei video neppure. Ma i protagonisti dei quattro filmati pubblicati tre giorni fa su YouTube dall’imprenditore Nicola Grauso sono riconoscibilissimi: l’avvocato cagliaritano Gabriele Racugno, l’ex sindaco di Cagliari – attuale senatore del Pdl – Emilio Floris (nella foto a destra), il ristoratore cagliaritano Giovanni Manconi, scomparso pochi mesi fa, e Beppe Camponovo, titolare di un’agenzia di distribuzione editoriale.

Il tema delle chiacchierate, così come l’ambientazione dei filmati – probabilmente la villa di Grauso in viale Trento a Cagliari, poi venduta all’editore e imprenditore Giorgio Mazzella – è sempre lo stesso: il presunto complotto ordito dalla magistratura cagliaritana ai danni dell’imprenditore per ‘scippargli’ l’Unione sarda, tesi che lo scorso 20 settembre ha determinato la condanna  a tre anni e due mesi dello stesso Grauso per calunnia da parte della terza sezione del Tribunale di Palermo.

Una sentenza che si fonda sulla denuncia per abuso d’ufficio presentata da Grauso nel 2000 contro l’allora procuratore di Cagliari Carlo Piana, il pm Guido Pani, il presidente del Tribunale civile Gian Giacomo Pisotti e gli amministratori giudiziari Riccardo Meloni, Luigi Farris e Giancarlo Dessì. L’editore in sostanza li accusava di aver ordito un complotto ai suoi danni per costringerlo a vendere L’Unione Sarda.

Ed è su questo tema che, nei video pubblicati su YouTube (presumibilmente risalenti al 2000, epoca della denuncia) Grauso ‘interroga’ i protagonisti dei filmati, ospiti nella villa di viale Trento. Emilio Floris, ad esempio, ipotizza che la Procura si fosse mossa non tanto dopo il coinvolgimento di Grauso nel sequestro di Silvia Melis, come l’editore crede, ma per offrire “protezione all’allora presidente della Regione Federico Palomba”, anch’egli magistrato e oggetto di feroci attacchi da parte dell’Unione Sarda, sotto la direzione di Antonangelo Liori.

L’avvocato Racugno ricorda alcuni incontri con l’allora sindaco di Cagliari e notissimo penalista Mariano Delogu, ma anche con il presidente del Tribunale civile di Cagliari Gian Giacomo Pisotti, mentre Manconi racconta di una cena con un altro principe del Foro cagliaritano, Luigi Concas.

Alla pubblicazione dei video ha fatto seguito un post sul profilo Facebook di Nicola Grauso, nel quale l’imprenditore ricostruisce la vicenda. Ricorda il periodo da editore dell’Unione Sarda, dal 1985 al 1999, evidenziando come il quotidiano non facesse ‘sconti a nessuno’, “senza timore” e “senza alcuna forma di ipocrisia politica”.

Scrive Grauso: “Pochi mesi prima del 1999, da varie persone, vicine agli ambienti giudiziari, appresi, rimanendo ahimè scettico, dell’intenzione di alcuni magistrati cagliaritani di portarmi via il giornale (Nicoletta Pisano, Emilio Floris, Gabriele Racugno, il distributore di giornali Camponovo, (parente di Beppe Grillo), Manconi dello Scoglio)”. L’ex editore ricorda quindi la decisione di intervenire “per liberare la sequestrata Silvia Melis”, avvalendosi anche del supporto “del giudice Lombardini (odiato da una certa frangia dei suoi colleghi cagliaritani). Il vaso fu colmo. A questo punto – scrive Grauso – scattò il commissariamento dell’Unione Sarda, con il preciso fine di farlo fallire e di poterlo servire, su un piatto d’argento, ad un qualche editore di area Pds. Fortunatamente, per me, riuscii a vendere il giornale a Sergio Zuncheddu (di area berlusconiana) ed a salvare il salvabile”.

I VIDEO (dal canale YouTube di Nicola Grauso)

Emilio Floris

Gabriele Racugno

Giovani Manconi

Beppe Camponovo

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