Donne in politica, l’offensiva ‘rosa’: “Alle prossime regionali con la doppia preferenza di genere”

Pronte alla battaglia: non si fermeranno a un semplice appello le donne del Coordinamento per la Democrazia Paritaria e Partecipata, da mesi chiedono alla Regione una nuova legge elettorale che riconosca, finalmente, una giusta presenza femminile nelle istituzioni. “Non possiamo più accettare che nel Consiglio Regionale su 80 consiglieri solo 5 siano le donne”, sottolinea Carmina Conte, tra le promotrici del Coordinamento: “la più importante assemblea elettiva sarda non può avere una presenza femminile così insignificante”. Questa mattina davanti al palazzo consiliare di via Roma a Cagliari il Coordinamento, a cui hanno aderito associazioni di diverso orientamento tra cui Fidapa, Aidda, Se Non Ora Quando, Cambia La Mente, Amistanzia, Per Conoscere Per Fare, ha presentato un appello che sarà portato nei prossimi giorni direttamente al Consiglio: “chiediamo che sia approvato in tempi utili e in previsione delle prossime elezioni la nuova legge elettorale; chiediamo che venga inserito il principio del riequilibrio di genere attraverso lo strumento della doppia preferenza di genere”, si legge nel testo.

La richiesta è stata sottoscritta, oltre che da tantissime donne impegnate in politica, economia e istituzioni, anche da testimonial della cultura isolana come Michela Murgia e Paolo Fresu, da giornalisti, operatori di spettacolo e teatro, musicisti, docenti universitari e rappresentanti dei sindacati; sostegno anche dal deputato Bruno Tabacci e da Beatrice Lorenzin, chiamata nella nuova squadra del governo a guidare il Ministero della Salute: oltre cinquemila le firme già raccolte per chiedere la parità tra uomini e donne nelle istituzioni. “Non ci interessano le quote rosa”, conferma Elena Burrai, presidente dell’associazione Fidapa, “chiediamo solo quanto già è previsto dalla nostra Costituzione: equa rappresentanza maschile e femminile al potere. Siamo convinte che l’intelligenza, il pragmatismo e la sensibilità femminile potrebbero contribuire a migliorare la nostra società”.

Due mesi fa le stesse associazioni avevano invaso pacificamente l’aula consiliare per assistere ai lavori di discussione sulla proposta di legge, poi rimandati a data da destinarsi. In prima fila questa mattina anche Francesca Barracciu, ex consigliere comunale e oggi eurodeputata, che conferma ancora una volta il suo sostegno all’iniziativa: “la discussione sulla nuova legge elettorale non può più essere rimandata e molti gruppi in Consiglio hanno già assicurato il loro impegno sulla prossima approvazione: sono molto fiduciosa che la questione sarà risolta presto”. Sottolinea l’incostituzionalità dell’attuale sistema elettivo Anna Maria Busia, rappresentante dell’associazione Cambia La Mente: “la parità tra i generi è garantita dalla Corte Costituzionale, non possiamo andare a elezioni senza riformare la legge”. “La nostra è una battaglia di civiltà per questa terra, la stessa che, ricorda ancora Carmina Conte, ha dato i natali a Eleonora D’Arborea, la prima governante che mille anni fa ha garantito ai Sardi parità di diritti tra uomini e donne”.

Francesca Mulas

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