Donna moribonda e sola in ambulanza: racconto dell’attesa all’ospedale Covid

“Se fosse una serie tv probabilmente la guarderei con quella voracità che mi tiene attaccata utilizzando l’ansia e l’angoscia come matrice catalizzante. Non è una serie tv”. Comincia così il racconto di una volontaria del 118 scritto in piena notte sul suo profilo Facebook, dopo ore passate in attesa davanti al Pronto soccorso del Santissima Trinità, l’ospedale Covid di Cagliari dove i servizi sono in grave sofferenza per la crescente diffusione del virus e i rigidi protocolli da seguire per chiunque si avvicini alla struttura. “Da dietro la mia visiera scorgo solo luci, persone coraggiose bardate di bianco intimorite da qualcosa di sudbolo che esiste ma non si vede. Si percepisce in tutta la sua potenza ma non sai mai esattamente dov’è – spiega -. Dentro la nostra ambulanza c’è una signora, è anziana, è positiva al covid, trema, non può godere del privilegio di una compagnia che la supporti nella sofferenza perché la sua sofferenza fa paura, la sua sofferenza è contagiosa”. La volontaria concentra la sua attenzione su quella paziente costretta ad aspettare lì fuori, senza il conforto dei parenti e col serio rischio di non rivederli mai più. “È ferma all’interno della stessa ambulanza da questa mattina, ormai è notte, è ancora lì e gli equipaggi dei soccorritori cambiano e si susseguono ad osservare quel minuscolo corpo tremante dentro quella vettura piena di tubicini e lucette”.

LEGGI ANCHE: La lunga notte nell’ospedale del Covid: equipaggi del 118 costretti a bivaccare

I volontari cercano di ingannare l’attesa nelle ore che passano davanti al Santissima Trinità. “Abbiamo fame, abbiamo sete ma non possiamo svestirci o spostare la visiera, dobbiamo evitare la famigerata contaminazione – racconta -. Mentre aspettiamo inermi e sfiniti, immaginiamo di essere in campeggio, ci sono i camper, persone sedute all’aperto ma immaginare il barbecue ci riporta alla realtà con il ricordo della nostra fame e chiudiamo il sogno con una dimessa risata”.

Arriva poi il momento del cambio del turno, l’ennesimo gruppo di volontari andrà via lasciando la paziente sempre sola e isolata dal mondo. “Ora andremo via, un altro gruppo di soccorritori ci darà l’ennesimo cambio e porteremo a casa il freddo ricordo di una povera vecchina rantolante. Prima di andare via il mio sguardo si volge un’ultima volta verso la malcapitata. Dalla sua cuccia di coperte sopra la barella spunta un esile braccio pallido e una testa privata troppo presto della sua folta chioma – racconta la giovane volontaria del 118 -. Da giovane magari era bellissima e faceva girare la testa agli uomini, magari era una ribelle o magari una timida signorina che arrossiva facilmente, forse ha dei figli e dei nipotini che in questo momento non possono starle vicino. Ma… tutto questo non importa, qualunque sia la sua vita e la sua storia, se morirà verrà ricordata solamente come quella che “aveva altre patologie“.

Le parole della giovane soccorritrice – accompagnate dalle foto dei volontari bardati per evitare contagi – hanno colpito al cuore molti utenti, diventando subito virali sui social. Ma c’è chi non riesce più a soffermarsi sull’importanza della vita di una persona perché ha il cuore troppo impegnato a cercare complotti, come una donna che ha stroncato il racconto della volontaria col suo commento: “Non vedo ammalati vedo solo palombari che non mostrano neanche il loro volto, con la scusa di questo macello. E poi le parole sdolcinate che usano? Sembra la sceneggiatura di una serie televisiva tipo la dottoressa Joe”. Il commento proseguiva con parole dure e ciniche che non sono riuscite a turbare l’autrice del racconto: “Non ho analizzato concause e risvolti sociali ma semplicemente ciò che vivo sulla mia pelle nella mia piccola esperienza”.

M.Z.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share