Donna di 67 anni morta da mesi, il cadavere trovato in una casa a Olbia

Davide Derosas, un operaio di 43 anni di Olbia, avrebbe vissuto per mesi con il cadavere della madre, Maria Antonia Sanna di 67 anni, deceduta sul suo letto parrebbe nel maggio scorso, presumibilmente per cause naturali. Una storia di ordinaria solitudine e disagio, quella che è affiorata ieri mattina da una villetta di Olbia, una drammatica vicenda scoperta casualmente dopo la segnalazione di un vicino. Sarà l’autopsia sul corpo della donna, già disposta dal magistrato inquirente, il sostituto procuratore della Repubblica di Tempio Sara Ghiani, a sciogliere ogni dubbio sulle cause che hanno portato al decesso la anziana pensionata, una donna originaria di Monti ma da tempo residente a Olbia con il figlio. Il quale non avrebbe parlato del decesso con nessuno, neppure ai parenti più stretti, tenendo soltanto per se l’immenso dolore.

A fare la macabra scoperta sono stati, questa mattina, gli agenti della polizia locale di Olbia intervenuti in via Isonzo dopo la segnalazione di un cittadino che avvertiva della presenza di una utilitaria con il motore acceso nelle vicinanze di una villetta del quartiere Tilibbas, con dentro un uomo che sembrava addormentato. Quando i vigili sono arrivati sul posto per chiarire l’arcano si sono trovati davanti l’operaio, Davide Derosas di 43 anni, il quale ha fornito spiegazioni vaghe sul suo insolito gesto, sostenendo di non voler disturbare la madre che, a casa, stava male. Da quale momento in poi le cose si sono ulteriormente complicate. Il comando dei vigili urbani, considerato che l’uomo manifestava titubanza e timori a far entrare persone estranee nell’abitazione perché, a suo dire, l’appartamento era in disordine, hanno informato della insolita situazione al commissariato di pubblica sicurezza, dove il dirigente, il vice questore aggiunto Fernando Spinnici, ha inviato sul posto una volante.

La verifica all’interno della abitazione è stata sconvolgente, per gli uomini che l’hanno effettuate. La casa, una villetta singola in via Isonzo, era in stato di totale abbandono, con perdite d’acqua da soffitto e rifiuti di ogni genere accatastati in ogni stanza, dall’ingresso alla cucina, passando per bagni e camere da letto. La donna, ormai in stato di avanzata mummificazione, si trovava distesa sul letto, nella sua stanza. A questo punto l’intero stabile è stato isolato e, su disposizione del magistrato inquirente, è stato richiesto l’intervento specialistico dei medici legali Salvatore Lorenzoni e Francesco Serra, giunti da Sassari nel primo pomeriggio. Il cadavere della donna, dopo la prima ispezione effettuata sul posto dei due periti settore, è stata rimossa dai vigili del fuoco del locale distaccamento e, a bordo di un furgone della polizia mortuaria, trasferito a Sassari dove, nelle prossime ora saranno effettuati gli accertamenti medico legali indispensabili per stabilire le cause della morte e la presumibile data del decesso. Nel frattempo l’operaio era stato accompagnato a Tempio dagli uomini della polizia di Stato per essere sentito, come persona informata dei fatti, dal sostituto procuratore della Repubblica di Tempio Sara Ghiani, titolare dell’inchiesta avviata sul caso. Dopo le prime dichiarazioni dell’uomo, nel corso delle quali avrebbe spiegato quanto a suo dire avvenuto in questi mesi, il verbale di interrogatorio è stato sospeso. Davide Derosas potrebbe essere indiziato di occultamento di cadavere, da qui le necessarie procedure di garanzia con la nomina di un legale che lo assista nelle fasi successive. Un caso umano, più che giudiziario. (g.p.c.)

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