Donati gli organi di un 42enne morto in ospedale: “Gesto che salverà molte vite”

“Aveva espresso il consenso alla donazione degli organi al momento del rinnovo della carta d’identità. Una scelta che, condivisa dai suoi familiari, ha permesso agli operatori sanitari dell’ospedale San Martino di Oristano di procedere al prelievo degli organi su un uomo di 42 anni dell’oristanese, deceduto nei giorni scorsi”. Lo rendono dopo dall’ospedale che spiegano cosa è accaduto: “L’intervento è stato effettuato nella notte tra venerdì e sabato, impegnando il personale delle unità operative di Anestesia e Rianimazione e quello della sala operatoria per circa 36 ore”, si legge in una nota del San Martino.

“Ringraziamo di cuore il giovane paziente che, con un gesto di grande sensibilità, aveva manifestato in precedenza la volontà di donare gli organi – precisano della Direzione generale e del coordinamento locale per la donazione d’organi della Asl di Oristano -. Un abbraccio va anche alla sua famiglia che, in un momento di grande dolore per una perdita prematura, ha saputo trovare la forza di un gesto che potrà salvare altre vite. Infine, un plauso va agli operatori sanitari coinvolti che, con spirito di grande abnegazione, hanno portato avanti il prelievo”.

Ogni cittadino maggiorenne ha la possibilità di registrare il proprio consenso alla donazione degli organi  all’anagrafe del proprio Comune al momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità. In alternativa, la scelta si può esprimere anche attraverso il sito www.sceglididonare.it o attraverso l’Aido (Associazione italiana donatori di organi), oppure, se non si possiede un’identità digitale, si può compilare e stampare il tesserino del donatore e conservarlo tra i propri documenti.

“Si tratta di un gesto fondamentale – sottolineano ancora dal San Martino – perché ad oggi sono oltre 8 mila le persone in attesa di trapianto in Italia: giovani, adulti, anziani e più di 200 bambini, che soffrono di una grave insufficienza d’organo, ai reni, al fegato, al cuore, ai polmoni o al pancreas. La rete trapianti italiana è ai primi posti in Europa per numero e qualità degli interventi eseguiti. Eppure, ogni trapianto dipende da un “Sì”, da un gesto di solidarietà civile che  ciascuno può fare.

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