Discarica Genna Luas 2, Pistis (Cas@ Iglesias): “Per Regione inadeguata”

La vicenda di Genna Luas 2 è nota: la Portovesme srl., società dedita alla lavorazione dei fumi d’acciaieria e altri rifiuti pericolosi – da cui estrae zinco, piombo, oro e argento – ha bisogno di una nuova discarica. E per questo motivo ha chiesto le autorizzazioni del caso a Regione e Provincia. Meno noti sono, invece, gli esiti delle riunioni in cui gli enti dibattono il progetto della controllata Glencore. Ma oggi, attraverso il verbale dell’ultima conferenza dei servizi diffuso dalla consigliera comunale di Iglesias Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), si viene a sapere qualcosa di più, anche della vecchia discarica Genna Luas 1.

“Il documento – spiega Pistis – rivela che le quantità di rifiuti che verranno conferite annualmente nella nuova discarica sono maggiori di quelle ricevute dall’impianto ancora in esercizio, nonostante la Regione chieda una loro decisa riduzione”. “Eppure non risulta un aumento della produzione negli stabilimenti di Portovesme da cui i rifiuti provengono”. Un altro problema riguarda la falda: “Grazie al documento si scopre che i controlli sulle acque sotterranee legati al piano di monitoraggio della prima discarica sono carenti o addirittura inesistenti. Ecco perché è necessario che Igea, l’ente a cui sono affidate le bonifiche nel Sulcis esegua dei controlli o fornisca i dati sullo stato delle acque, se ne è in possesso”.

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Insomma, il verbale della conferenza dei servizi dello scorso 16 maggio fa emergere numerose criticità. C’è appunto il problema dei conferimenti annuali dei rifiuti, di cui la Portovesme srl – com’è noto – è grande produttrice: “Risultano superiori a quelli della discarica esistente”, obiettano un funzionario del Servizio Valutazioni Ambientali (Sva) dell’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente. Che aggiunge: “Rispetto a questa tematica, già evidenziata nelle precedenti conferenze dei servizi (e con una nota ad hoc), il proponente non ha formulato alcuna argomentazione né vengono proposte soluzioni che permettano di ridurre i rifiuti alla fonte”. Non approvabile neanche il piano di utilizzo dei materiali da scavo, superiori ai 200mila metri cubi, per i quali il proponente prevede la vendita o lo smaltimento. È sempre lo Sva a precisare che “lo smaltimento non è un opzione praticabile in quanto non è ammissibile che per realizzare una discarica sia necessario costruirne un’altra per accogliere i materiali da scavo”.

L’altro grave problema riguarda il monitoraggio delle acque: tra i tecnici genera perplessità il modo in cui vengono progettati i piezometri (pozzetti che intercettano l’acqua di falda) della nuova discarica. Il punto è che oggi è quantomai necessaria un’accurata verifica dei sistemi di monitoraggio dell’acqua. È a tal proposito che la Leoni fa riferimento al sistema di monitoraggio delle acque in vigore nella vecchia discarica. Qui, infatti, “il pozzo a monte pesca l’acqua da un acquifero diverso da quello intercettato dai pozzi a valle”, diversamente da quanto prescritto dalla legge.

Dulcis in fundo, nella revisione del progetto della nuova discarica presentato a maggio spariscono i superamenti delle soglie di contaminazione nei terreni su cui dovrebbe sorgere Genna Luas II. Erano stati rilevati dalla stessa società (e comunicati allo Sva) solo pochi mesi prima, notano sempre i tecnici del Servizio Valutazioni. Insomma, la burocrazia non brilla per velocità, ma è chiaro che chi deve emettere un parere sulla nuova discarica per rifiuti speciali deve essere messo nelle condizioni di valutare il progetto da chi lo presenta. Conclude Pistis: “Siamo di fronte a una dettagliata relazione in cui i tecnici della Regione sollevano questioni di assoluta rilevanza. Anche il comune di Carbonia ha chiesto dati più specifici prima di esprimere il proprio via libera, nonostante la discarica sia molto più vicina ad Iglesias. Al contrario, l’amministrazione di Iglesias ha dichiarato il proprio parere favorevole: l’unico problema posto nel corso della riunione è quello delle compensazioni ambientali. Ma così si svende la salute degli iglesienti. E si alimenta il ricatto per cui si lavora solo se si accettano i veleni”.

Piero Loi

@piero_loi

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