Una prova di concorso nazionale annullata a Cagliari per maltempo e rischio alluvione lo scorso anno, e una bufera che ora coinvolge tutta Italia. È il caso del concorso per aspiranti dirigenti scolastici arrivato nei giorni scorsi sui tavoli della procura di Roma con un esposto di 271 candidati alla prova scritta che non riuscirono a passare all’orale. Ora chiedono l’annullamento della prova, organizzata su base regionale, accusando le istituzioni scolastiche di irregolarità, prima tra tutte l’annullamento della prova fissata a Cagliari per il 18 ottobre, mentre nel resto d’Italia (a parte la Campania, dove ci fu un rinvio dovuto al malfunzionamento delle apparecchiature informatiche) si svolse regolarmente.
I candidati sardi la ripeterono a dicembre, secondo i ricorrenti con diversi vantaggi. Per chi ha aderito all’azione legale, affidata agli avvocati Giuseppe Murone e Pierpaolo dell’Anno, il fatto che “la prova scritta non sia stata in realtà unica su tutto il territorio nazionale e non si sia svolta in un’unica data (come prevede l’articolo 8 del bando pubblicato sulla gazzetta ufficiale)”. Nell’esposto si ricorda che il 9 novembre successivo sulla gazzetta ufficiale fu pubblicato il diario per la ripetizione della prova scritta, fissata per il 13 dicembre 2018. A parere dei candidati che hanno deciso di rivolgersi alla magistratura, il bando “avrebbe imposto, e correttamente applicato, lo slittamento della data della prova su base nazionale e che la situazione creatasi ha determinato una evidente disparità di trattamento tra i diversi concorrenti”.
A sostegno della loro tesi portano un dato: la Sardegna ha registrato la percentuale più alta in Italia di ammessi alla prova orale, quasi il 60 per cento (dei 208 che hanno partecipato allo scritto) contro, per esempio, il 36 per cento della Sicilia. Sia pure per motivi diversi, contestano anche i candidati sardi: sostengono infatti che avendo svolto un compito diverso da quello dei colleghi della Penisola, sarebbe venuto meno il diritto all’anonimato in sede di correzione (garantita per legge in tutti i concorsi pubblici), essendo evidente alla commissione giudicatrice che tutti i compiti diversi da quelli svolti a ottobre arrivavano sicuramente dall’Isola.