Giulia Todde, 40 anni, è una donna di Solarussa che ha realizzato il suo sogno nonostante il corpo purtroppo non glielo consentisse: quello di diventare madre. Un mese fa è nato Mattia al termine di un percorso lungo e difficile, fatto di speranze messe in discussione, di malattia, di tenacia e di rinascita. I medici le avevano diagnosticato una patologia renale, una patologia autoimmune all’ultimo stadio, come racconta La Nuova Sardegna. Le sue chance erano date o dal trapianto o dalla dialisi. E in ogni caso i medici erano stati chiari: una gravidanza avrebbe potuto rappresentare un pericolo per la sua vita, e comunque non sarebbe stata in grado di portarla a termine.
Decide di adottare una bambina, Maria, arrivata sei anni fa dalla Polonia dopo un percorso complicato e difficile. Intanto si apre la strada del trapianto: l’unico donatore compatibile, il padre, aveva un sangue diverso. Nonostante questo i medici del Brotzu di Cagliari sono riusciti a rendere compatibile il sangue e effettuare il trapianto con successo: il nell’Isola tra donatore e ricevente incompatibili. Qualche tempo dopo l’operazione – nonostante ormai quel sogno fosse stato messo nel cassetto – Giulia è rimasta incinta. “Non dovevamo avere figli, non potevamo avere figli, eravamo rinchiusi dentro a una patologia che non lasciava scampo”, ha detto alla Nuova Sardegna, “e invece sono arrivati di fila tre piccoli miracoli: l’adozione, il trapianto e la nascita del mio secondo figlio”.