Cuglieri, colata di asfalto sugli uliveti: lo strano caso della circonvallazione

Un viadotto lungo 235 metri e alto 55, progettato non per scavalcare un’arteria stradale congestionata dal traffico cittadino, ma il piccolo Rio Marafè che scorre lento ai piedi del Montiferru, nell’Oristanese. Per quanto impressionante, specie se calato su un bucolico spaccato di campagna, il viadotto monstre è solo una parte della variante della SS 292 o nuova circonvallazione di Cuglieri. In tutto 7 km di cemento tra Sennariolo e Pedras Longas che finiranno per asfaltare ulivi e sorgenti secolari. E frazionare le aziende locali al punto che numerosi agricoltori si ritroveranno con i fabbricati da una parte della strada e le coltivazioni dall’altra. Sono queste alcune delle ragioni che hanno portato l’amministrazione di Cuglieri ad opporsi a più riprese all’opera: per il 15 dicembre è attesa la pronuncia del Consiglio di Stato.

Per quattro minuti in meno

Lo scopo dichiarato dalla Provincia di Oristano, ente-regista dell’operazione, è l’abbattimento dei tempi di percorrenza della strada di bordovalle, aperta al traffico nel vicino 2009 sempre per lo stesso motivo: far risparmiare tempo agli automobilisti. Che lungo quelle strade non sono mai numerosi visto che l’area è tra le meno popolate dell’Isola. “Ci troviamo dunque di fronte a una circonvallazione della circonvallazione”, spiega la vicesindaca di Cuglieri Ivana Pala non senza un pizzico di amara ironia. E aggiunge: “La nuova strada porterebbe a un risparmio di tempo compreso tra i 3 e i 4 minuti e mezzo”. Molto meno, cioè, dei 15 minuti promessi.

“Con quei soldi facciamoci altro”

“Non si possono sprecare i soldi del Programma integrato del Sinis – Montiferru: quell’opera s’ha da fare”, ha sempre sostenuto la provincia. E a nulla è valso il tentativo del comune di Cuglieri di dirottare quelle risorse su altri interventi. “Ad esempio, si sarebbe potuto perfezionare il tracciato della strada inaugurata nel 2009, evitando nuovi impatti sull’ambiente e l’economia locale”, spiega il sindaco Andrea Loche. Seppur necessaria per evitare il transito nelle anguste strade del paese, la strada di bordovalle è già costata ai cuglieritani centinaia di ulivi. Non poco se si considera che la produzione dell’olio è un caposaldo dell’economia locale.

Ballano parecchi soldi. Saranno spesi bene?

Per il primo stralcio della nuova circonvallazione, ballano parecchi soldi : ammonta a 6.840.000 euro il valore dei lavori banditi a inizio 2012 . La strada viene appaltata nel luglio dello stesso anno alla Preve Costruzioni S.p.a di Cuneo, che presenta un’offerta da poco più di 4,5 milioni di euro, pari a un ribasso del 33,587% sul valore iniziale, monstre, cioè, quasi quanto il viadotto. Un ribasso, questo, che a Cuglieri fa pensare a un’opera incompiuta sin dalla nascita. Non per questo meno capace di stravolgere le campagne del paese.

Il contratto viene infine sottoscritto nell’ottobre del 2012, “con le autorizzazioni paesaggistiche scadute”, precisa l’amministrazione di Cuglieri.

Problemi di paesaggio? Non per la Soprintendenza e la Provincia

Il rapporto dell’opera con le autorizzazioni paesaggistiche non è mai stato dei più sereni.  Vale infatti la pena richiamare l’iter che  porta al secondo rilascio dei permessi (il primo risale al 2007). Cosa accade, dunque? Nel maggio 2013 il Servizio di Tutela paesaggistica esprime parere non favorevole. Si rileva, infatti, “il mancato rispetto delle prescrizioni imposte dalla giunta regionale nel 2009”. Inoltre, “i piloni del viadotto (progettati all’interno della golena del rio, ndr.) comporterebbero una trasformazione irreversibile dello stato dei luoghi, non sostenibile in relazione all’alto valore paesaggistico dell’area”, in cui sono presenti fiumi, torrenti e boschi tutelati dalla legge. L’intervento è sì compatibile con il Ppr, ma non mancano i problemi, che verranno in parte risolti solo nel 2015, quando la Preve Costruzioni eliminerà  il pilone dalla golena del rio.

Le criticità evidenziate dal Servizio Tutela paesaggistica non turbano in ogni caso la Provincia di Oristano, che nel luglio del 2013 riconferma ai fini espropriativi il progetto. Gli espropri  Insomma, la Provincia procede dritta per la sua strada anche dopo che il Servizio Tutela paesaggistico si dice critico.

Il niet del Servizio Tutela paesaggistico – e qui sta un altro fatto degno di cronaca – non viene minimamente preso in considerazione dalla Soprintendenza ai Beni paesaggistici, allora diretta dall’architetto Francesca Casule, che approva infatti il progetto nonostante le criticità evidenziate dalla regione, pilone compreso. E a distanza di una settimana la Regione  si adegua alle direttive del Ministero dei Beni culturali.

“Imprevedibili circostanze”. Ma non si capisce quali

Le autorizzazioni verrano sospese nel 2014 dal Tar Sardegna, che impone la rivisitazione del progetto. Nel 2015, viene quindi eliminato il pilone del viadotto previsto all’interno della golena del fiume e l’opera riceve i nuovi via libera di Regione e  Soprintendenza. Partita conclusa? Manco per sogno: “tra Cuglieri e Sennariolo i lavori riprendono, nonostante la variante proposta dalla Preve Costruzioni non sia stata autorizzata dalla Provincia”, si legge nel ricorso al Tar. Il via libera di Oristano arriverà  solo il 14 ottobre di quest’anno, con una determina dirigenziale che approva la variante in seguito a circostanze sopravvenute e imprevedibili al momento della stipula del contratto.  Solo che non si capisce quali siano queste circostanze, nemmeno ripercorrendo la cronistoria dell’opera: che il pilone del viadotto non avrebbe dovuto interferire con il regime delle acque era noto almeno dal 2009, ma questo non ha impedito alla Provincia (e alla Soprintendenza) di andare avanti con il progetto. La Provincia, da parte sua, non specifica quali siano queste circostanze imprevedibili.

Piero Loi

@piero_loi on Twitter

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