Covid, medici sardi sul piede di guerra: pronta la diffida alle aziende sanitarie

Con gli occhi di tutti puntati sulla gestione dell’emergenza Covid negli ospedali, i medici sardi alzano la voce. Stremati dai carichi di lavoro a causa di questa seconda pesante ondata di contagi, i camici bianchi contestano alcune scelte fatte dai vertici della sanità pubblica. Parte all’attacco l’Anaao Assomed con la segretaria regionale, Maria Elisabetta Piu. Pronta una diffida alle azienda sanitarie dell’Isola sull’impiego “iIlegittimo di personale medico e sanitario privo di competenze specialistiche presso reparti di degenza Covid”. Secondo il sindacato dei medici si tratta di una “violazione della normativa contrattuale e del principio di appropriatezza e sicurezza delle cure sanitarie.

“Ci risulta – scrive Piu – che alcune direzioni aziendali, per far fronte all’emergenza epidemiologica, avrebbero deciso di assegnare ai reparti che ospitano degenti Covid personale medico inquadrato in discipline non equipollenti od omogenee rispetto alla Medicina interna o a quella di Malattie Infettive o di Malattie dell’apparato respiratorio, come tale privo delle competenze specialistiche necessarie a gestire una patologia così complessa come l’infezione virale da Covid-19”. Di qui l’annuncio di “opportune iniziative legali a tutela dei diritti dei propri iscritti, ivi inclusa la denuncia alle competenti autorità giudiziarie”.

Chiede invece una maggiore tutela del personale sanitario l’Ugl. Secondo il segretario del nord Sardegna, Simone Testoni, servono “investimenti, assunzioni e una riforma mirata della Medicina del territorio. Si proceda poi con lo sblocco del turn over e lo scorrimento delle graduatorie per contrastare le carenze organiche del personale con nuove assunzioni a tempo indeterminato”. “Farsi trovare impreparati alla recrudescenza del virus è imperdonabile – denuncia Testoni – le immagini che arrivano dai Pronto Soccorso sardi sono drammatiche, sono gironi danteschi: il sistema è in cortocircuito e la situazione delle strutture ospedaliere è sotto gli occhi di tutti”.

Monta la protesta anche ad Alghero. Arriva da qui un appello sottoscritto dai delegati per l’Assl di Sassari delle sigle sindacali della dirigenza medica. Michele Bottaru (Anaao Assomed), Micaela Deledda (Aaroi-Emac), Roberto Pietri (Fesmed), Myriam Pastorino (Fp Cgil), Marco Bitti (Fvm) e Antonella Becciu (Uil Fpl) sollecitano un incontro con i vertici aziendali e i responsabili delle unità operative dell’ospedale e spiegano che “l’istituzione della terapia intensiva Covid nell’ospedale di Alghero crea molte difficoltà”. Quali? “La promiscuità logistica e dei percorsi non assicura la biosicurezza di utenti e operatori; l’operatività di reparti e sale operatorie è ridotta ai casi di emergenza; gli organici di Anestesia e Rianimazione sono inadeguati; le sale operatorie inutilizzate per assenza di collaudo”.

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