Covid, la seconda ondata in 4 grafici: contagi in Sardegna da agosto a oggi

Le indagini della Procura di Cagliari sul ‘caso discoteche hanno acceso il dibattito politico (e non solo) nell’Isola, dove il contagio avanza e coinvolge sempre più le zone interne, in cui, dopo l’11 agosto, giorno della famigerata ordinanza 38, i numeri di casi registrati sono aumentati di ben 20 volte rispetto al periodo precedente. A distanza di tre mesi dalla decisione del presidente Christian Solinas di riaprire le discoteche, il numero dei contagi è cresciuto sensibilmente in tutte le aree della Sardegna, sottoponendo il sistema sanitario ad una pressione mai affrontata nei primi mesi della pandemia. In questo approfondimento, attraverso quattro grafici ecco ricostruito quanto successo negli ultimi novanta giorni. Sino a ieri, 14 novembre.

La prima evidenza consegnata dai dati è una tendenza all’aumento delle tre principali statistiche inerenti all’epidemia: il numero di contagiati, i decessi ed i guariti. Rispetto ai numeri registrati l’11 agosto, le persone che hanno contratto il virus sono aumentati di 21 volte. Nella giornata di ieri, si è registrata la quota più alta di contagiati in 24 ore dall’inizio della pandemia, pari 623 nuovi positivi, che sono poco meno della metà dei casi totali riscontrati in tutta la Regione prima dell’11 agosto. La giornata di ieri, sempre stando al bollettino sanitario diffuso come sempre dall’Unità di crisi regionale, ha fatto segnare il maggior numero di decessi in un giorno, 15. Ma questo insieme all’incoraggiante cifra di soggetti guariti, 286 (anch’esso numero più alto dall’inizio dell’emergenza sanitaria).

Di pari passo con l’aumento dei casi di Covid-19, si è registrato un incremento nei tamponi effettuati, arrivati alla cifra di 313.844, sempre secondo la comunicazione dell’Unità di crisi. Sino al 10 agosto i test processati erano stati 113.405. Il tasso di positività dei tamponi effettuati si attestava nella giornata di ieri oltre i 12 punti percentuali, in relazione ai 4.925 test processati (massimo di tamponi svolti dall’inizio della pandemia). Il 12 agosto lo stesso parametro valeva poco più dello 0%. Nella totalità dei 200.439 tamponi effettuati negli ultimi tre mesi, il tasso di positività è del 6,47 per cento, con 12.976 positività riscontrate nllo stesso intervallo di tempo.

Se nella prima fase le zone interne della Sardegna erano state colpite solo marginalmente dal virus, nella seconda ondata, a maggior numero di casi, corrisponde una più capillare diffusione del coronavirus. E se il Nord Sardegna, invece, si conferma il territorio con più casi registrati, il Sud dell’Isola, la provincia di Oristano e quella di Nuoro hanno visto un aumento esponenziale di contagiati. I casi accertati negli ultimi novanta giorni in queste tre aree sono di 20 volte superiori al numero registrato prima dell’11 agosto. Nella Città metropolitana di Cagliari i casi si sono moltiplicati per 10, mentre nel Sassarese e in Gallura si sono più che quintuplicati. Ma solo perché i numeri della prima ondata era altissimi, da marzo all’estate il grosso dei positivi era concentrato nel Nord dell’Isola.

La maggiore preoccupazione nel contenimento dell’epidemia è data dal numero dei ricoveri ospedalieri. Se all’inizio della rilevazione i pazienti ricoverati erano appena 6 e nessuno di loro si trovava in Rianimazione, ad oggi sono 529 i degenti in tutta l’Isola, di cui 57 in terapia intensiva.

Secondo i dati Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in Sardegna sono disponibili 172 posti letto in Terapia intensiva, a cui  se ne sommano 33, classificati come potenzialmente attivabili. Il numero di degenti ricoverati al 13 novembre si colloca poco sotto il tetto del 30 per cento, (cifra considerata come soglia di emergenza dal ministero della Salute), attestandosi sul 28 per cento.

Il piano tracciato dal decreto Rilancio prevedeva che si arrivasse a garantire 14 posti letto ogni 100.000 abitanti. La Sardegna prima del provvedimento disponeva di 8 posti letto ogni 100.000 abitanti, ad oggi, come confermato da Agenas, la Sardegna dispone di 10.5 posti letto per 100.000 abitanti.

I dati provenienti dalle Terapie intensive sono quelli da tenere maggiormente sott’occhio per valutare l’entità dell’emergenza e ci dicono come in questo momento la sanità sarda sia messa a dura prova dall’avanzare dei contagi, a tal punto che non è da escludere un passaggio alla zona arancione. Di certo, guardando a tre mesi fa, quando la Sardegna veniva ‘venduta’ dalla Giunta Solinas come l’Isola covid free, era difficile ipotizzare uno scenario così drammatico e probante per il sistema sanitario. Solamente le indagini della Procura di Cagliari stabiliranno se la riapertura delle discoteche sotto Ferragosto è stata rilevante ai fini della maggiore diffusione del virus in Sardegna.

Mauro Mereu

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