Covid-19, l’ospedale di Nuoro arranca. Arrivano anche i medici dell’Esercito

Il Pronto soccorso dell’ospedale San Francesco di Nuoro conta ancora decine di pazienti ricoverati che aspettano il trasferimento nei reparti Covid, ma nel piazzale oggi ci sono meno ambulanze in sosta rispetto ai giorni scorsi, quando si è toccato il record negativo di 30 ore per una malata spostata di ambulanza in ambulanza prima di ottenere un posto letto. Domani arrivano in soccorso i medici dell’Esercito con il Drive through per effettuare i tamponi e decongestionare il servizio di Igiene pubblica. A stretto giro entreranno in servizio anche i camici bianchi e gli infermieri militari nell’ospedale da campo allestito dalla Croce Rossa e dalla Protezione civile davanti al San Francesco, dove verrà attivato anche il punto tamponi dell’Esercito.

“Stamattina ci sono tre ambulanze ferme nel piazzale ma la situazione al San Francesco non è migliorata – attacca Annarita Ginesu del sindacato Nursind, che sulle criticità del presidio nuorese ha presentato un esposto in Procura -. Al Pronto soccorso sono ricoverati dai 28 ai 32 pazienti che non trovano accoglienza nei reparti Covid. Sono persone che hanno bisogno di essere seguite nel giusto modo dai sanitari, non possono essere lasciate in un reparto i cui medici e infermieri devono garantire le urgenze. Quanto ai numeri più bassi delle ambulanze in fila registrati stamattina, posso dire che la situazione cambia di minuto in minuto: in quest’ultimo mese abbiamo visto momenti di calma e qualche ora dopo il finimondo. Per questo chiediamo che venga immediatamente messo in sicurezza il Pronto soccorso, ma la situazione purtroppo non si sblocca”.

Per il commissario straordinario di Ats-Ares, Massimo Temussi, e per l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu , il caso San Francesco è stato “strumentalizzato”. “Ho già richiesto un appuntamento urgente in programma per martedì al prefetto di Nuoro per illustrare i dati statistici che raccontano una situazione sanitaria del territorio di Nuoro in sofferenza, ma non certo al collasso come alcuni organi di stampa e i social vogliono dipingere – spiega Temussi -. Basta strumentalizzazioni: il mio appello è di lasciar lavorare i tecnici: abbiamo varato un piano su 40 giorni e ne sono passati solo 10”. “Dall’inizio dell’emergenza – aggiunge Nieddu -, siamo stati impegnati a dare risposte al territorio. Abbiamo dato mandato ad Ares-Ats di scorrere tutte le graduatorie aperte per il reclutamento di nuovo personale e stiamo procedendo all’assunzione di medici in risposta all’emergenza Covid. Stiamo potenziando la medicina del territorio e i servizi di Igiene pubblica e abbiamo allestito in tempi rapidi l’ospedale da campo, in cui dopo l’accordo tra Regione e ministero della Difesa, arriveranno medici e infermieri militari per gestire i venti posti letto nella struttura mobile. Un lavoro in uno spirito costruttivo”.

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