Costa Smeralda, i soldi della presunta evasione alle Cayman

Di paradiso in paradiso: fiscale, si intende. Dal Granducato del Lussemburgo direttamente alle Cayman, nei caraibi. Un cambio di sede legale, un intricato gioco di scatole cinesi su cui indaga la Procura di Tempio Pausania nell’ambito della presunta evasione fiscale da 133 milioni di euro sulla cessione della Costa Smeralda. Un passaggio avvenuto nel 2012 tra le società del fondo Colony capital (del magnate Tom Barrack) e il Qatar per oltre 600 milioni di euro, secondo la Procura, dichiarati invece appena 360 milioni.

Gli ultimi movimenti, di cui si legge nelle pagine de La Nuova Sardegna oggi in edicola, in un articolo di Guido Piga, risalgono ad appena qualche giorno fa. Coincidenze temporali di non poco conto con svuotamento di competenze e fitti legami a pochi giorni dal maxi sequestro preventivo disposto dal procuratore Domenico Fiordalisi. In sostanza: via gli amministratori, si cambia sede legale.

In particolare si opera su Colony Sardegna sarl, costola del fondo Colony, che deteneva la proprietà del pacchetto Costa Smeralda (4 alberghi, terreni, ville). Il nuovo amministratore è un’altra società “pulita”, ossia estranea all’inchiesta di Fiordalisi. Si chiama Colony Luxembourg sarl.

Non si tratta però di una società del tutto estranea alla vendita, ben complessa. Avvenuta in due fasi, attraverso più società dello stesso fondo. E con un passaggio interno, cioè una vendita a se stessi con tanto di minusvalenza finale. Questo il nodo su cui si basa il castello di accuse. Ad ogni modo, la Colony Sardegna era la cassaforte il cui socio di maggioranza era la Colony capital, tra le partecipazioni anche il Qatar, quota con sede alle Cayman. Ebbene, prima della cessione Colony Luxembourg costituì altre società: Colmarket sarl e Colcom Sarl. Tutto avviene in pochi giorni: prima la vendita nell’aprile 2012, dalla Colony Sardegna alla Colcom, cifra 360 milioni. Poi, da Colcom al Qatar, poco meno di 360 milioni. Secondo gli inquirenti il prezzo reale si aggira invece sui 600 milioni, da qui l’evasione e i soldi mai versati in Italia. Mentre continuano i movimenti societari.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share