Costa Smeralda, progetti al palo. Il Qatar in pressing su Cappellacci

Essere multimiliardari (in dollari o in euro) non sempre è una garanzia. Lo sanno l’emiro del Qatar e la corte degli Al Thani, dopo le pessime esperienze dell’Aga Khan. La Costa Smeralda 2, o 2.0 come pomposamente compare in qualche giornale internazionale, è ancora una chimera. Il miliardi di euro di investimento fermo al palo, tra veti ambientalistici e blocchi politici, secondo costumi consolidati in Gallura e nel piccolo centro di Arzachena, che sull’ex impero del principe ismaelita ha costruito un’economia che in qualche decennio è affondata con la crisi dell’intero sistema turistico. L’ultima speranza per la Qatar Investment, il braccio economico e fondo di investimento del Qatar, è il passaggio della revisione del Piano paesaggistico regionale come ultimo colpo di coda della giunta Cappellacci.

La revisione del Ppr per valorizzare gli investimenti immobiliari del Qatar

Nel corso dell’incontro con la stampa, il presidente Cappellacci e l’assessore Rassu avevano evidenziato come: “il governo regionale, non appena insediato ha affrontato l’esigenza di aggiornare il Piano Paesaggistico approvato nel 2006 al fine di superare le evidenti e pesanti criticità applicative che hanno portato, nel tempo a una incerta applicazione dello strumento di pianificazione paesaggistica con gravi ricadute e ripercussioni sull’opera pianificatoria degli Enti Locali”. Dopo il viaggio a Doha Cappellacci ha rassicurato l’emiro Al Thani e i suoi emissari di accelerare sui progetti e respingere quelle pastoie burocratiche le quali rischiano di bloccare o, addirittura, far naufragare gli investimenti a nove zeri in Costa Smeralda.

Addio pista di kart e acquapark, guerra sulla ristrutturazione degli stazzi

L’ultima notizia è la bocciatura della pista di kart che sarebbe dovuta sorgere nella discarica di sabbia nella frazione di Abbiadori. L’area sulla quale doveva sorgere il circuito, uno dei progetti previsti nel nuovo master plan del Qatar da affidare, secondo indiscrezioni a Flavio Briatore, sarebbe attraversata da una strada provinciale sulla quale erano stati appaltati i lavori per una circonvallazione. La beffa è servita. Morto sul nascere anche il progetto di un grande villaggio di divertimenti, un acquapark in stile “riminese” che doveva sorgere alle spalle del litorale di Liscia Ruja . Per il Comune l’idea di un tempio del divertimento acquatico è buona, la posizione no. Si valutano altre aree, magari più lontane dalla costa. No anche a possibili interventi edilizi nel paradiso di Monti Zoppu, area protetta per legge. Poi ci sono gli stazzi. Una buona parte del pacchetto dei 500 mila metri cubi chiesti dal sarà destinato alla costruzione dialmeno 30 ville extra lusso. I qatarini, nel piano consegnato al sindaco di Arzachena Alberto Ragnedda e al governatore Ugo Cappellacci in missione a Doha, le definivano di altissimo pregio. Si tratta in realtà delle parziale ristrutturazione di stazzi esistenti, ma anche di strutture annesse come depositi di attrazzi, ma anche stalle e altri manufatti. Costruire una villa da questi edifici, non impone solo ristrutturazioni. Da qui i dubbi del Comune e l’ipotesi di richiesta di nuove concessioni edilizie che dilaterebbero i tempi e renderebbero più complicato uno dei progetti chiave del master plan arabo.

Gli ambientalisti all’attacco e intanto torna alla carica Tom Barrack

Mentre gli ambientalisti sono riusciti a imporre la valutazione di impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica, con annesso invio dell’intera documentazione sul master plan da Arzachena agli uffici della Regione sull’intero piano di investimenti del Qatar, sulla scena è tornato prepotentemente Tom Barrack, il precedente proprietario della Costa Smeralda, che l’aveva ceduta al Qatar per una cifra intorno ai 600 milioni di euro. Lui stesso nella nuova veste di consulente finanziario del Fondo sovrano qatarino si è presentato qualche giorno fa in piazza ad Arzachena insieme a Mohammed Saif Al-Sowadi, numero 3 del Qatar e responsabile del Fondo fusioni e investimenti del Qatar, per discutere del piano da un miliardo di euro. I due hanno ribadito l’impegno all’investimento di lungo periodo e ad affidare ai comuni di Arzachena e Olbia il compito di guidare la loro mano nel disegnare il futuro del regno del turismo. Parole abbastanza di circostanza. In realtà Barrack deve essere il tramite “politico” per prire le porte giuste e rilanciare l’investimento aggirando proprio quegli ostacoli “burocratici” di cui si parlava in precedenza.

Boutique di lusso a Porto Cervo, un vecchio progetto del magnate americano

Tanto vero che il primo progetto che sembra aver superato le forche caudine delle autorizzazioni del comune smeraldino è quello che prevede la realizzazione del “Porto Cervo Village”, che porterà alla trasformazione del Molo Vecchio. Ufficio tecnico e di Tutela del Paesaggio, riuniti nella Conferenza di servizi con la Soprintendenza hanno espresso un giudizio positivo sulla proposta che prevede la costruzione di 20 boutique di legno, acciaio e vetro. Il progetto si estende su seimila metri quadrati in quello che ora è un parcheggio del Molo Vecchio di Porto Cervo.
L’asfalto verrà coperto e foderato con parquet per ospitare le strutture che, una volta finita la stagione, verranno smontate. Nell’area saranno ospitati brand mondiali della moda, ma anche le eccellenze artigianali della Sardegna. Due spazi verranno infine dedicati al Comune e alla Regione, per fini promozionali. Un contentino per le istituzioni all’interno di un progetto che Barrack aveva già proposta e che di fatto porta la sua firma. Il marchio di fabbrica di quello che ha venduto, ma che resta ancora il vero dominus della Costa Smeralda.

Giacomo Legato

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