Un anno di attesa per fare un test genetico oncologico post intervento chirurgico. Questi i tempi che l’agenda ha imposto a una paziente di Cagliari che ha chiamato il Cup (Centro unico di prenotazione) con la ricetta rosa dell’oncologo. L’appuntamento è previsto per agosto del 2020: il test, considerata la patologia, è gratis ma se un paziente, per fare più in fretta, si rivolge a un privato deve pagare circa 1.000 euro per i due esami sui geni responsabili del tumore alla mammella e all’ovaio. “È una ulteriore conferma – spiega Maria Grazia Caligaris, associazione Socialismo, diritti e riforme che, la settimana scorsa, ha denunciato lo stato di abbandono dell’ospedale oncologico cagliaritano – della necessità di riorganizzare i servizi per i cittadini a partire dal personale. La Sanità sarda ha necessità di rafforzare e valorizzare le eccellenze dando risposte concrete ai bisogni. I test genetici sono molto importanti perché significa poter fare una prevenzione specifica”. Infatti, se l’esito dell’esame è positivo è possibile tenere sotto controllo sia il paziente che i familiari: “L’umanizzazione della sanità – aggiunge Caligaris – deve fare un passo importante verso una riorganizzazione a misura di persona. Sono scelte che fanno la differenza e incidono profondamente nel vissuto dell’intera comunità”.
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