Confessa il nipote dell’ottantenne uccisa a Sassari: “Sono stato io”

Ha confessato a tarda notte di aver ucciso la zia. E’ durata solo poche ore la messa in scena allestita da Tore Usai, 36 anni, pregiudicato per reati legati allo spaccio di stupefacenti. Era stato lui a trovare il corpo di Bonaria Sanna, pensionata sassarese di 80 anni, nell’appartamento di via Torres 30, nel quartiere di San Giuseppe. E aveva chiamato il 118 chiedendo un intervento immediato: “Mia zia – aveva detto – è caduta, ha battuto la testa e sta male”.

Erano circa le 13. Ai medici si è presentata subito una scena che faceva pensare a un evento diverso dalla caduta accidentale. La donna era già morta. Il suo corpo era in un lago di sangue, sul pavimento della cucina, e presentava diverse ferite alla testa. Verso le 15 Tore Usai è stato condotto in questura dove è stato sentito dal pubblico ministero Giovanni Porcheddu. Ha tentato di sostenere la versione dell’incidente, ma alla fine non ha retto alle contestazioni degli investigatori e ha ammesso di essere stato lui l’autore del delitto.

L’omicidio è avvenuto all’una di notte fra giovedì e venerdì, poi il nipote si è cambiato, ha cercato di pulire la scena del delitto, ha infilato tutto in una busta di nylon, è uscito da casa, ha gettato gli stracci e l’arma del delitto, un vaso, in un cassonetto ed ha vagato per la città. Alle 8 del mattino si è presentato a casa della madre. La vittima Bonaria Sanna e sua sorella dovevano andare alla Caritas per ritirare il pacco degli alimenti. Salvatore Usai ha però spiegato a sua madre che la zia gli aveva chiesto di fare la fila per lei, lasciando intendere che, forse, li avrebbe raggiunti.
Salvatore Usai all’ora di pranzo è rientrato a casa della zia ed ha chiamato il 118: “Presto, venite, mia zia è caduta e ha
battuto la testa”, ha detto, e quindi ha anche allertato una giovane che vive al primo piano della palazzina con i genitori.

L’equipe sanitaria ha constatato che la donna era morta, ma ha potuto accertare anche che il decesso era avvenuto molte ore prima, almeno 12, dalla prima analisi del medico legale Salvatore Lorenzoni, la cui ricostruzione coincide col racconto degli abitanti della zona che, all’1 di notte hanno sentito le urla di zia e nipote e poi il silenzio assoluto. Il racconto di Salvatore Usai è stato subito considerato poco credibile, l’uomo è stato portato così in questura e messo sotto torchio. A tarda sera ha confessato e ha accompagnato gli inquirenti a recuperare il vaso usato per uccidere l’anziana parente, ed i suoi abiti sporchi di sangue con gli stracci usati per pulire il pavimento.
L’uomo è in stato di fermo nel carcere di Sassari. Lunedì il gip stabilirà la misura cautelare. Sempre lunedì il medico
legale effettuerà l’autopsia nell’Istituto di Patologia forense dell’Università di Sassari. Dovrà anche capire con quanti colpi Bonaria Sanna è stata massacrata.

Non è ancora chiaro il movente. Di certo a rafforzare immediatamente i sospetti su Usai, oltre alla scena del delitto, sono stati i racconti dei vicini che hanno parlato di frequenti litigi tra zia e nipote. Usai, disoccupato, svolgeva lavori saltuari. Da qualche tempo si era trasferito nella casa della vittima. Di tanto in tanto allestiva un banchetto di libri usati e li vendeva fuori dai centri commerciali. Bonaria Sanna viveva di una piccola pensione.

Una donna dal carattere chiuso e dalle abitudini eccentriche. In un servizio che appare su La Nuova Sardegna oggi in edicola, i vicini di casa riferiscono che fino a due anni fa teneva in casa una ventina di cani e che la cosa aveva suscitato non poche proteste per le condizioni igieniche. Alla fine la situazione era stata segnalata alle autorità, e i cani erano stati sgomberati.

L’uomo è in stato di fermo nel carcere di Sassari. Lunedì il gip stabilirà la misura cautelare. Sempre lunedì il medico
legale effettuerà l’autopsia nell’Istituto di Patologia forense dell’Università di Sassari.

 

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