Ci sono gli arabi, fuori i pazienti sardi. Ma dal Brotzu: “Nessun privilegio dato”

Danno la loro versione dei fatti dal Brotzu di Cagliari, dove ieri l’ambulatorio di Ortopedia e Anestesia è stato chiuso al pubblico per fare spazio alla famiglia reale di Abu Dhabi. Fuori tutti i pazienti sardi. Una storia raccontata in esclusiva da Sardinia Post, anche attraverso foto e video coi quali sono stati documentati l’arrivo nella struttura e i minuti che hanno preceduto i check-up medici.

Per chi legge soltanto oggi la notizia, questa la sintesi: gli arabi visitati a pagamento al Brotzu hanno ricevuto una accoglienza da star. Oltre alla totale disponibilità dell’ambulatorio, per dare loro il benvenuto l’azienda ospedaliera ha ingaggiato un medico e un’infermiera, prodighi di sorrisi e gentilezza e ossequiosi con le mani dietro la schiena. L’ingresso è stato poi abbellito con piante dalle foglie lucidissime. Sono state sistemate lì per l’occasione. Avant’ieri, per dire, non c’erano.

È un’autodifesa, quella messa nero su bianco dalla direzione del Brotzu guidata dal 4 giugno scorso dal commissario Paolo Cannas. “Le prestazioni sanitarie fornite ad alcuni componenti della famiglia reale di Abu Dhabi – si legge – non sono state, come erroneamente indicato dal vostro giornale, erogate a tempo di record né tantomeno ottenute attraverso dei privilegi. Sono state infatti attivate/prenotate attraverso la comune prassi della libera professione, la cosiddetta intramoenia, per la quale è previsto il pagamento di una tariffa differente rispetto alle prestazioni erogate attraverso il Servizio sanitario regionale. Riteniamo – prosegue la nota del Brotzu – che le informazioni contenute nell’articolo siano fuorvianti e totalmente discordanti e con la realtà in quanto, le prestazioni in regime di libera professione, non vengono prenotate solo attraverso il Cup (Centro unico di prenotazione) come da voi indicato, ma attraverso il servizio Alpi (Attività dei medici in libera professione); sono pertanto fruibili e a disposizione di tutti i cittadini”.

Dall’ospedale scrivono ancora: “Non troviamo corretto confondere le due modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie in quanto, se è vero che l’abbattimento delle liste d‘attesa è una tematica su cui l’Azienda Brotzu, di concerto con l’assessorato regionale alla Sanità, sta lavorando, dall’altro lato il regime di libera professione intramuraria permette, laddove non fosse possibile, ricorrere a delle prestazioni in ambulatori ospedalieri con tutte le garanzie del caso. Sottolineiamo inoltre che, trattandosi di capi di stato è stato specificatamente richiesto che l’ambulatorio fosse riservato interamente a loro per rispetto della privacy e che l’orario della visita fosse fissato dopo il consueto orario di apertura al pubblico per una maggiore tutela della riservatezza e della sicurezza”.

Dalla direzione del Brotzu chiudono così: “L’utilizzo di ambulatori in forma privata ha previsto una maggiorazione del ticket del 50 per cento. Per gli stessi motivi è stato attivato il protocollo di sicurezza previsto in questi casi di concerto con la Digos, la Questura e la Prefettura di Cagliari, dietro specifica formale richiesta da parte dell’ambasciata degli Emirati Arabi a Roma”.

Dall’ospedale omettono però di fornire tutta una serie di informazioni ulteriormente recuperate dal nostro giornale e che provano la veridicità di quanto raccontato finora. Intanto: ieri mattina al Brotzu è partito una sorta di ordine di servizio, totalmente inatteso. I tre medici che, ugualmente a pagamento, avevano visite prenotate in quello stesso ambulatorio di Ortopedia e Anestesia con ‘comuni mortali’, hanno dovuto spostare altrove gli appuntamenti. Non solo: i locali utilizzati come ripiego, visto l’arrivo della famiglia reale, sono stati letteralmente di fortuna, quindi non attrezzati a dovere. Questo per dire che se i check-up alla famiglia reale di Abu Dhabi non fossero stati accordati a tempo di record, i medici del Brotzu che esercitano la libera professione sarebbero stati messi nelle condizioni di visitare i propri pazienti in locali adeguati. Senza creare pazienti di serie A e di serie, come invece è successo. I controlli sanitari dei pazienti sardi erano infatti programmati negli stessi orari, quindi non è vero che la famiglia reale è stata visitata solo dopo la chiusura dell’ambulatorio. Il Brotzu, semmai, ha disposto una chiusura ad hoc. Imprevista.

Sardinia Post, peraltro, ha scritto da subito che le visite sono state pagate. Il privilegio non si è concretizzato nell’elusione del ticket (e ci mancherebbe), ma nel fatto che ha la famiglia araba ha ottenuto un triplo check-up in Ortopedia, Cardiologia e Dermatologia con un’unica visita. E si tratta di una prestazione del tutto inusuale. Una prestazione non prevista dal Servizio sanitario regionale. Ma dal Brotzu omettono di sottolineare questo particolare. Così come non dicono che pure il servizio Alpi è comunque un Cup. Si chiama appunto Cup Alpi.

Di più: dalle verifiche di Sardinia Post, la famiglia reale di Abu Dhabi non ha fatto alcuna chiamata all’Alpi, dove peraltro è il paziente che sceglie da quale medico farsi visitare. Al Brotzu è stato un primario a decidere quale dottore dedicare alla casa regnante. E c’è ancora dell’altro: ottenere per più persone prestazioni differenti in un unico pomeriggio è un altro trattamento di favore ottenuto dagli arabi e di cui dal Brotzu non fanno menzione. Significa appunto saltare la lista d’attesa. Che esiste pure quando una visita medica si fa a pagamento.

Di certo fa sorridere che la direzione dell’ospedale certifichi l’esistenza di un “protocollo di sicurezza” riservato alla famiglia reale di Abu Dhabi, con tanto di “formale richiesta da parte dell’ambasciata degli Emirati Arabi a Roma e il pattugliamento della Digos”, e poi voglia far credere che i check-up di ieri non abbiano seguito una corsia preferenziale.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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