“Trecentocinquanta chilometri da casa, i miei figli li ‘cresco’ fra tre anni”. È uno degli appelli lanciati questo pomeriggio nel corso di una manifestazione organizzata dai Cobas in piazza Garibaldi a Cagliari: protagonisti gli insegnanti immessi in ruolo, ma che per tre anni dovranno fare lezione in una scuola lontana dalla propria residenza. Alcune mamme hanno portato al sit-in anche i loro bambini nati pochi mesi fa. “Tutta colpa – protestano i docenti – del vincolo quinquennale che costringe i neoassunti a rimanere nella sede assegnata. Spesso lontano da casa”. Un doppio disagio: affettivo ed economico. Bambini senza la loro mamma.
E costi aggiuntivi da sostenere che vanno a decurtare uno stipendio non proprio da nababbi: i docenti lontani dalla propria abitazione possono scegliere tra un alloggio in affitto o viaggi giornalieri casa-scuola casa. Per questo la richiesta è unanime: abolizione del vincolo. “In sintesi – spiega Andrea De Giorgi, esecutivo nazionale Cobas – si dovrebbe ripristinare la possibilità di essere immessi in ruolo su posti in organico di fatto; eliminare il vincolo quinquennale e consentire la permanenza nelle graduatorie in cui si è inseriti. Non è difficile: basta avere solo la volontà politica”. All’attacco anche Cobas Sardegna: “Il vincolo – spiega Nicola Giua nel sito internet del comitato – è un vero e proprio abominio, giuridico e sociale, e deve essere abrogato non ridotto a tre anni e deve essere consentita, per quest’anno, la possibilità di ottenere l’assegnazione provvisoria”.