Caro energia, cittadini e commercianti in piazza: “Siamo al collasso”

di Marzia Piga

Zero burocrazia, abbassamento dei costi dei carburanti nel medio e lungo periodo, una continuità territoriale che garantisca ai sardi la libertà di muoversi, una verifica periodica sui rincari dei beni di prima necessità. Si sono riuniti prima sui social, poi hanno deciso di mobilitarsi in piazza. Tutto è partito da Serramanna, nel Medio Campidano, da un gruppo di commercianti stanchi degli aumenti di materie prime ed energia e dopo due anni molto difficili per la pandemia e le chiusure. Hanno prima tenuto le serrande abbassate per due giorni, poi hanno occupato il Comune. Così si sono riuniti nel Comitato spontaneo “Uniti senza colori e senza bandiere, donne e uomini di Sardegna” e questa mattina sono arrivati in via Roma, sotto il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari. Chiedono misure urgenti per evitare il collasso del sistema economico.

Non sono una folla, inizialmente la manifestazione era stata convocata davanti a Villa Devoto, la sede di rappresentanza della Giunta regionale. All’ultimo si è cercato di avvisare tutti dello spostamento. Dipendenti, piccoli commercianti, partite Iva e pensionati: il gruppo è eterogeneo ma unito nei fischi e nelle proteste. Davide Lilliu è un dipendente, ma anche una partita Iva. Ha lanciato lui per primo l’appello su Facebook. Accanto c’è Mauro Deriu, 34 anni commerciante di Villasor ma con l’attività a Serramanna. Due figli piccoli e la preoccupazione di come mandare avanti la famiglia, con una moglie in disoccupazione.

“Vogliamo che si faccia valere la nostra condizione di Regione disagiata e che si dia attuazione totale allo Statuto speciale – gridano -, vogliamo che la politica adotti misure urgenti per evitare il collasso di molte attività in qualsiasi settore economico”. La mobilitazione segue i blocchi degli autotrasportatori nei porti dell’Isola e le proteste locali come questa partita da Serramanna o come quelle in corso in questi giorni nel Nuorese. C’è poi sul tavolo anche la zona franca, più volte tirata in ballo dai manifestanti. “Uno strumento mai attuato che consentirebbe ai sardi di vivere più dignitosamente”, sostengono alcuni esponenti del Comitato.

(immagini e montaggio a cura di Marco Follesa)

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