Cargo Grimaldi finisce in una secca: completate le operazioni per liberarlo

Si sono completate a metà mattina le operazioni condotte dalla direzione marittima della capitaneria di porto di Olbia, coordinate dal comandante di vascello Maurizio Trogu, per disincagliare la nave merci ‘Valencia’ della Grimaldi, che ieri alle prime ore del mattino era finita in secca su un basso fondale sabbioso mentre si apprestava a effettuare una manovra piuttosto consueta per giungere all’ormeggio del molo Cocciani, dopo aver attraversato la canaletta del porto olbiese.

Alle operazioni sovrintende anche l’amministratore delegato di Moby, Achille Onorato: i due rimorchiatori utilizzati per disincagliare il cargo – il “Mascalzone scatenato”, che ha base a Olbia, e il “Vincenzo Onorato”, arrivato da Porto Torres – appartengono alla società navale di cui è a capo. Il cargo Valencia stava arrivando da Livorno, avrebbe dovuto ormeggiare intorno alle 4 per ripartire dopo tre ore, ma per cause ancora in corso di accertamento – ma è sempre più probabile l’ipotesi di un’avaria del mezzo – si è arenata.

La sala operativa della capitaneria ha fatto intervenire una motovedetta per escludere subito ogni rischio di inquinamento e ha poi fatto scattare le procedure di recupero. I controlli eseguiti ieri pomeriggio hanno escluso che la nave trasportasse materiali pericolosi, consentendo ai rimorchiatori di intervenire.

Si saprà domani la reale entità dei danni subiti dalle cinque cooperative che fanno parte del Consorzio mitilicoltori di Olbia, i cui filari per la produzione di cozze sono stati travolti da un’onda anomala conseguente all’incidente occorso ieri mattina al cargo merci. I filari ammatassati e danneggiati sono una quarantina, buona parte della produzione è finita a fondo, un’altra rischia di deperire per mancanza delle necessarie condizioni fisiologiche, a iniziare da un’ipotetica scarsità di ossigeno. È quanto riportato anche nella segnalazione di evento straordinario presentata ieri dal presidente del Consorzio dei mitilicoltori di Olbia, Raffaele Bigi, alla direzione marittima, all’Autorità portuale e alla Grimaldi group.

“Il mezzo si sarebbe incagliato su una banchina di sabbia ad alcune decine di metri, quindi è probabile che quello sconquasso sia stato causato da un’accelerazione prodotta nel disperato tentativo di disincagliarsi, o da qualche manovra del rimorchiatore intervenuto”, è l’ipotesi avanzata da Bigi. Intanto le cooperative interessate hanno già avviato le perizie del caso, e col supporto di un legale, di un perito tecnico che valuterà le condizioni degli impianti e di un biologo che quantificherà i danni subiti dalla produzione, domani sapranno la stima esatta del danno patito, che potrebbe essere anche molto rilevante.

 

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