Le gravi carenze d’organico, soprattutto del personale amministrativo, si sta allargando e sta mettendo in crisi tutto il distretto di Corte d’Appello della Sardegna a causa anche pensionamenti legati alla legge su quota 100. Tanti i dipendenti che hanno abbandonato il lavoro “lasciando gli uffici in grandissime difficoltà non più superabili neppure con il ricorso all’istituto delle applicazioni”.
È quanto emerso nella relazione della presidente della Corte d’Appello di Cagliari, Gemma Cucca, in occasione della cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario nell’Isola. A leggere il documento c’era la collega Maria Mura, a capo della sezione civile. “Altro nodo cruciale ancora irrisolto – fa presente la Cucca – concerne l’insufficienza degli spazi nella maggior parte degli uffici giudiziari della Sardegna, soprattutto per le aule di udienza e per gli archivi”. Per il Csm c’era la segretaria generale Paola Piraccini, mentre per il ministero della Giustizia è intervenuto il delegato Giampaolo Parodi. In platea, tra le autorità, anche il governatore sardo Christian Solinas.
Sul fronte dei procedimenti pendenti, si registra l’inversione di tendenza della Procura di Tempio, una delle maggiormente penalizzate dai problemi di organico. Anche grazie alle applicazioni si sta riuscendo a ridurre gli arretrati. Nell’isola si sono definiti 7266 procedimenti penali davanti al giudice monocratico, 4324 con rito ordinario, 228 per direttissima, 689 patteggiati, 72 in immediato, 732 in abbreviato e 1221 opposizioni al decreto penale.
Bene la Corte d’Appello di Cagliari dove si registra una contrazione rispetto al 2018 delle pendenze finali, passate da 2306 a 1889. Sul fronte carcerario, infine, in Sardegna risultano detenute al 30 giugno 2189 persone, di cui 596 in alta sicurezza. Di questi 552 risultano tossicodipendenti. L’indice di affollamento carcerario, ovvero il rapporto tra persone detenute e capienza, si attesta poco sotto il 70 per cento.