Cagliari, nel 2014 via al recupero dell’ex ospedale Marino

Quale sorte per l’ex Ospedale Marino? Diventerà realmente un centro benessere o sarà per sempre vittima di degrado e vandalismo senza speranza? La soluzione per il recupero e valorizzazione del vecchio monumento cagliaritano sul mare pare oggi a una svolta: il progetto dell’Istituto Prosperius che trasformerà il rudere è infatti pronto a partire e salvo imprevisti i lavori potrebbe iniziare già nel prossimo anno. Eppure dopo venticinque anni di incuria, abbandono e lungaggini amministrative sono in pochi ad avere conservato fiducia e ottimismo sulla sorte dell’ex Marino.

La struttura soffre oggi di un male che si chiama degrado: nata nel 1937 come colonia marina su un progetto di Ubaldo Badas, fu trasformata nel 1947 in ospedale specializzato in ortopedia, e rimase tale fino al 1988 quando venne inaugurato il nuovo ospedale a poche centinaia di metri dal vecchio. Nel giro di pochi anni l’edificio già fatiscente, totalmente abbandonato e protetto da una semplice rete metallica, è diventato dimora per senzatetto, parco divertimenti per vandali che hanno devastato qualsiasi cosa si trovasse all’interno, rifugio per ragazzini “in vela” o spacciatori, e soprattutto simbolo dell’incuria generale e di una burocrazia macchinosa. Tanto da finire nel blog che Oliviero Toscani sul Fatto Quotidiano.

Troppi interessi in gioco, troppi enti coinvolti. L’edificio è proprietà del Demanio Marittimo ma all’interno del Comune di Cagliari, tutelato come bene di interesse storico e culturale dal Ministero, sottoposto ai pareri di Capitaneria di Porto, Vigili del Fuoco, Dogana e agli assessorati regionali di Lavori Pubblici, Ambiente, Turismo, Enti Locali e Sanità. Anche questo ha protratto l’agonia dell’ex Ospedale Marino per venticinque lunghi anni, nonostante manifestazioni, denunce di cittadini e ambientalisti e tante interpellanze per Comune e Regione. Lo spettacolo attuale non è certo incantevole: la struttura, eccellente esempio di architettura razionalista del Novecento, è completamente ricoperta da graffiti, con finestre murate al primo piano, vetri e pareti sfondati, ferri arrugginiti e crepe ovunque. Entrare è facile, basta oltrepassare uno dei buchi nella rete e cercare un varco tra i muri.

Il primo significativo passo per salvare il monumento è datato al 2006, quando la Regione allora guidata da Renato Soru pubblicò il bando per la valorizzazione dell’ex Ospedale Marino: l’azienda vincitrice di una concessione d’uso per cinquant’anni si impegnava a restaurare la struttura e trasformarla in un centro benessere. Un anno dopo però il gruppo aggiudicatario, formato dalle società San Maurizio, Casa di cura Policlinico Città di Quartu e Sa & Go ritira la propria offerta a causa dei troppi vincoli ministeriali imposti al progetto e subentra come vincitore della gara il secondo nome in graduatoria: l’Istituto Prosperius di Firenze, da anni specializzato in centri di cura, riabilitazione e idroterapia.

Nel frattempo il Comune di Cagliari ha modificato il Piano Urbanistico cittadino perché non ci siano più ostacoli al progetto, mentre il prossimo 26 settembre, come conferma Massimiliano Tavolacci, capo di Gabinetto dell’assessorato regionale degli Enti Locali, ci sarà l’ennesima conferenza di servizi per dare il parere definitivo (si spera) sul progetto della Prosperius. Salvo complicazioni o imprevisti dell’ultimo minuto, il rudere della spiaggia cagliaritana potrà essere presto soltanto un brutto ricordo.

Francesca Mulas

Immagini di Francesca Mulas

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