Cagliari, ‘museo archeologico’ in villa. Sequestro da 18milioni di euro

Nella loro villa nel cagliaritano avevano creato un piccolo museo archeologico con migliaia di pezzi, ma solo di una parte ne avevano denunciato il possesso e la custodia. Valgono 18 milioni di euro i reperti sequestrati dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio di Sassari, con la collaborazione dei colleghi del Nucleo investigativo di Cagliari. Sotto chiave è finta una gigantesca collezione privata: circa mille pezzi di cui oltre 700 perfettamente conservati; ci sono vasetti nuragici e terracotte romane. Un ‘viaggio’ nella storia della Sardegna e non solo. I reperti, come sottolineato dal Soprintendente per i beni archeologici delle province di Cagliari e Oristano, Marco Minoja, “sono capolavori che fanno parte della consistenza storica in ambito sardo. Nei reperti sono rappresentate epoche dall’età nuragica al quella romana. In pratica si ripercorrono diverse tappe, dall’età preistorica più evoluta, poi i contatti con il mondo orientale, con i fenici e i greci. E ci sono anche oggetti che provengono da necropoli romane e da contesti sacri”.

La collezione era stata autorizzata dalla Soprintendenza negli anni ’60, ma da allora è cambiato sia il numero dei reperti che il proprietario deceduto negli anni ’70. La collezione, senza che venisse fatta alcune segnalazione, è poi passata al figlio – scomparso lo scorso anno – e agli eredi. Proprio questi ultimi sono stati denunciati dai carabinieri per aver violato le norme in materia di alienazione. La collezione, infatti, nel corso degli anni è cresciuta notevolmente, mentre mancano alcuni pezzi che erano stati denunciati negli anni ’60, forse venduti su Internet. Proprio per questa ragione e’ scattato il sequestro. Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo sono partite a ottobre dello scorso anno quando furono chiamati dai proprietari vittime di un furto. Entrato in casa un maresciallo notò la gigantesca collezione, fotografando alcuni pezzi. Gli scatti furono inviati agli specialisti della Tutela patrimonio culturale che dopo i primi accertamenti chiesero una analisi alla Soprintendenza. Le verifiche incrociate hanno consentito di scoprire la crescita e modifica della collezione privata. La scorsa settimana è arrivato il sequestro.

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