Cagliari capoluogo del rumore: presentati i dati Arpas

Gli abitanti di Marina hanno ragione: il chiasso, con le finestre aperte, entra dentro casa e supera di tre decibel l’asticella del “valore limite differenziale di immissioni”. Ad affermarlo uno studio dell’Arpas presentato questa mattina in via Roma da Legambiente. Un mix esplosivo di traffico automobilistico e di movida, soprattutto d’estate e nelle ore notturne: i dati registrano un po’ di pace solo dopo le tre del mattino.

Nell’area vasta, di giorno, il 68 per cento della popolazione ascolta, suo malgrado, una colonna sonora di rumore superiore ai 65 decibel. In città i numeri diventano molto più alti: il frastuono colpisce il 76 per cento della popolazione. E cioè 119.500 residenti su 157.200. Di notte il volume si abbassa un po’. Se in generale nell’area vasta il rumore finisce nelle orecchie del 45 per cento della popolazione costretta a sopportare valori superiori a 60 decibel, a Cagliari i suoni che arrivano dalla strada stimolano i timpani del 57 per cento dei residenti. E per capire quanto possono essere pesanti 60-65 decibel, gli esperti di Legambiente fanno un esempio: come avere un camion sotto casa costantemente con il motore acceso.

“I dati – ha detto il presidente di Legambiente Vincenzo Tiana – dimostrano che le lamentele degli abitanti della Marina sono giustificate. Il Comune sta correndo ai ripari con la proposta di un piano di zonizzazione acustica. In via Roma – continua Tiana – registriamo il passaggio di 3600 auto all’ora. La situazione a lungo termine dovrebbe migliorare con la metropolitana leggera”.

Nell’area vasta da segnalare – secondo la ricerca – anche i numeri di Quartu (4700 persone esposte a valori oltre i 75 decibel) e di Elmas (1000 persone sopra i 70 decibel e 800 oltre i 75).

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