A Cagliari l’università con l’asilo nido. Del Zompo: “Un servizio essenziale”

All’inizio era la ‘stanza rosa’, uno spazio speciale, con tanto di fasciatoi, poltrone relax e arredi per bambini. Un luogo dedicato alle studentesse in attesa, alle neomamme e ai neopapà dell’università di Cagliari. Poi, nel dicembre scorso, è diventato lo ‘Spazio bambino’ una ludoteca allestita nei locali della facoltà di studi umanistici Sa Duchessa e frequentata anche dai figli del personale universitario che, in caso di necessità, potevano trascorrere del tempo coi loro piccoli. La notizia che l’Ateneo cagliaritano fosse al lavoro per realizzare uno spazio dove lasciare i propri figli durante lezioni ed esami, un vero e proprio asilo dunque, il primo all’interno di un’università italiana, si stava aspettando da tempo ed è finalmente arrivata. “Sono stati stanziati i fondi – ha dichiarato Alessandra Orrù, responsabile del settore politiche strategiche dell’Ateneo, – ed è già stato individuato il locale. Nel giro di un paio di mesi saremo in grado di ospitare fino ad una trentina di bambini. E siamo pronti a duplicare il progetto anche negli spazi della cittadella universitaria di Monserrato”.

Avviato quattro anni fa, il progetto ‘Tessera baby’ arriva dunque in porto. Al timone dell’iniziativa, la prima del genere in tutta Italia, c’è la rettrice Maria Del Zompo (nella foto con una studentessa), neurologa cagliaritana, docente di farmacologia clinica, da tempo impegnata sul fronte della parità di genere. Non a caso, Del Zompo è parte attiva di una ricerca internazionale intitolata Supera-Supporting the promotion of equality in research and academia’, che nei prossimi quattro anni vedrà l’università di Cagliari gestire uno dei due progetti europei sul tema dell’equilibrio di genere all’interno del mondo scientifico. “La strada da percorrere è ancora lunga – ha commentato Del Zompo,  la prima donna nella storia dell’Ateneo di Cagliari a guidare l’istituzione. – Purtroppo viviamo in una società che tende ancora a favorire l’idea di mascolinità all’interno del tessuto quotidiano. Per questo, come università, ci mettiamo a disposizione delle donne: abbiamo iniziato a fornire servizi affinché chi voglia continuare a crescere nelle proprie ambizioni possa ottenere gratificazioni anche all’interno del mondo della cultura e della ricerca accademica. L’università deve aiutare e sostenere le giovani madri”.

Una battaglia che parte dai servizi di base e, anche se il ritardo rispetto ad altri paesi europei è grande, qualcosa in Italia si sta muovendo. Soprattutto a livello aziendale. Tra le realtà che hanno aperto ‘un nido in ufficio’ ci sono gruppi importanti come Fiat, Benetton e Telecom, ma il quadro generale, soprattutto tra le istituzioni pubbliche, è desolante. “I servizi sono essenziali, li diamo per scontati, ma poi quando servono non li trovi. Senza servizi le donne non potranno mai trovare soddisfazione nell’essere madri e professioniste al tempo stesso. Si tratta di un percorso virtuoso, non si può più tornare indietro. A Cagliari la richiesta di un asilo all’interno dell’ateneo è forte, e sono convinta che sia un tema caro a molte altre realtà italiane. Stiamo facendo di tutto per concludere i lavori ed essere operativi nel giro di pochi mesi”. Una sensibilità verso la parità di genere quella di Del Zompo, ereditata anche dal suo tipo di studi, dove la cura e l’ascolto della persona sono in primo piano. “Ho vissuto sulla mia pelle il problema della discriminazione dei generi, ma non è necessario parlare della mia esperienza. Sono convinta che con grinta, decisione e molta serenità sia arrivato il momento di fare scelte armoniche rispetto al mondo che ci circonda. Il mondo dipende da questa armonia generale, i due generi, il maschile e il femminile, devono armonizzarsi e imparare a convivere. Con rispetto”.

Donatella Percivale

 

 

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