Non è di certo la prima volta che capita. Dalla Sardegna, i resti archeologici, soprattutto nuragici, finiscono all’asta, con relativo certificato d’autenticità, anche online. Seguono la via dei trafficanti fino all’estero, fino alle case dei collezionisti disposti a sborsare cifre importanti. Questa volta l’ultima denuncia è del deputato di Unidos ed ex governatore della Sardegna Mauro Pili. Così scrive in una interrogazione alla Camera: «La galleria Royal Athena (già protagonista di simili episodi, ndr) ha riproposto nei siti internet la vendita di 5 straordinari reperti archeologici. Vengono tutti impunemente messi in vendita a cifre tra i 37mila e i 6.500 dollari, per complessivi 124mila, con descrizioni di autenticità e datazione». Ma di fatto, sottolinea, il parlamentare «tra Londra e New York si svende la nostra civiltà, senza che nessuno intervenga per contrastare questa gravissima lesione». E sferra un attacco anche al ministero dei Beni culturali e in particolare al sottosegretario Pd, Francesca Barracciu: “Tutto questo è semplicemente inaccettabile – attacca Pili – È vergognoso che un ministero dei beni culturali si occupi di proporre farneticanti trasferimenti dei Giganti di Mont’e Prama al Quirinale (leggi articolo) e nel contempo non faccia assolutamente niente per impedire che pezzi pregiati e straordinari della civiltà nuragica vengano svenduti in giro per il mondo”. E ancora: “È scandaloso che il ministero, nonostante segnalazioni simili siano state fatte anche in anni passati, non abbia fatto assolutamente niente per fermare questo traffico del patrimonio della civiltà nuragica. Tutto questo – intima il parlamentare sardo – deve essere immediatamente fermato e perseguito”.