Bimba di 20 mesi sparita dopo il rogo: indagini su sequestro scopo estorsione

Passa di mano l’inchiesta sulla scomparsa di Esperanza, la piccola di 20 mesi di origine rom svanita nel nulla il 23 dicembre scorso, quando il furgone dove viveva con la sua famiglia è stato distrutto dalle fiamme. La Procura di Cagliari aveva aperto un fascicolo per incendio doloso, ma ora il caso è passato alla Procura distrettuale antimafia con l’ipotesi di sequestro di persona a scopo di estorsione.

La notizia anticipata da L’Unione sarda è stata confermata all’Ansa dagli inquirenti. Sarà il procuratore Guido Pani della Dda ad occuparsi della vicenda: da oggi il fascicolo sul suo tavolo assorbe i reati minori sui cui si è indagato finora. Il sospetto è che la bimba sia stata sottratta alla famiglia prima del rogo come ritorsione per convivere i genitori ad onorare un debito mai pagato.

Un movente che il padre e la madre della piccola, assistiti dall’avvocato Daniele Condemi, avevano suggerito da subito agli investigatori della Squadra Mobile impegnati sul caso. Tuttavia, la tesi della vendetta ha finora raccolto poco credito: i genitori, infatti, avrebbero fornito più versioni in diversi interrogatori e mai del tutto coincidenti. È comunque plausibile che gli inquirenti non vogliano lasciare alcunché di intentato.

Quanto all’ipotesi che la bimba possa essere morta nell’incendio del camper provocato dall’esplosione di una bombola di gas, né il corpo e neppure altri resti sono mai stati trovati all’interno del mezzo. Su questo sono state comunque disposte analisi di laboratorio sui reperti acquisiti dalla scientifica. Il sequestro di persona a scopo di estorsione è punito dalla normativa speciale con pene sino a trent’anni, e se durante il rapimento la vittima muore o viene uccisa, la pena prevista è l’ergastolo.

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